L’ABBAZIA DI PIONA

L’ABBAZIA DI PIONA

L’ABBAZIA DI PIONA

Note tecniche:

  • Luogo di partenza e di arrivo: Olgiasca (frazione di Colico)
  • Dislivello m 200 – Durata circa 3 ore – Distanza 4,5 km – Quota di partenza m 230
  • Difficoltà A1 (A = Sentieri segnati saltuariamente stretti – 1 = Un minimo livello di allenamento richiesto)
  • Trekking con guida

Con mezzi propri si raggiunge il bellissimo villaggio di Olgiasca, una frazione di Colico, situato sull’omonimo promontorio o Montecchio.

Giungendo nel piccolo borgo, contemplate la vista meravigliosa che si estende fino al centro lago, accarezzati dalla nostra “Breva”, una brezza che ci accompagna per buona parte dell’anno.

A piedi raggiungeremo un gioiello dell’architettura Romanica, l’Abbazia di Piona, attraverso un sentiero bellissimo chiamato il “Gir del Doss” che, attraversando il crinale del promontorio, ci porterà alla bellissima Abbazia.

È una passeggiata sorprendente: ai boschi di castagni si alternano slarghi con piante autoctone e scorci tra il Laghetto di Piona e l’Alto Lago; una passeggiata bellissima, alla portata di grandi e piccini al termine della quale si avrà il tempo di per visitare la bellissima Abbazia Cistercense, annoverata tra i gioielli dell’arte romanica in Lombardia

Ci sarà tempo anche per le spirito, sedendosi sui banchi davanti alla suggestiva cappella dedicata alla Madonna di Lourdes, circondata dagli ulivi del lago o contemplando il bellissimo chiostro e la chiesa così bella nella sua semplicità.

Il ritorno sarà lungo la strada carrabile di Olgiasca, dove ci accompagnerà sulla nostra destra la vista stupenda del lago.

 

 

Pacchetto per gruppi precostituiti di almeno 20 partecipanti

Qualora non fossero indicati nell'articolo
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Bus dalla località di partenza del gruppo (entro i 200 km)
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    Offerta turistica di itinerari a Bergamo e Provincia

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    Hotel in pernottamento e prima colazione a persona in camera doppia

    Hotel 3 stelle Bergamo e provincia: € 35
    Hotel 4 stelle Bergamo e provincia: € 40

    Trekking sulle Alpi Orobiche

    Il Sentiero delle Orobie, che si sviluppa lungo i monti della Provincia di Bergamo, permette di immergersi nel cuore e nelle zone più selvagge di queste Alpi, offrendo scorci veramente suggestivi dell’ambiente.

    Percorsi enogastronomici e food experience

    A Bergamo si mangia benissimo. Le prelibatezze tipiche spaziano dagli scarpinòcc e i capù di Parre alla polenta taragna della Valbrembana, dalla spalla cotta di Schilpario al mais spinato di Gandino e rostrato rosso di Rovetta, ma anche il raviolo di Covo, e i numerosissimi formaggi freschi o stagionati (9 dei quali certificati D.O.P.).

    Percorsi d’arte

    Dalle sculture lignee dei Fantoni ai ritratti del Moroni, passando da Cima da Conegliano, Palma il Vecchio, Cavagna, Cifrondi, Baschenis, Carnovali…Sono tantissimi i nomi bergamaschi che hanno lasciato un segno nell’arte. Questo segno spesso è visibile soprattutto nella terra dove questi artisti sono nati e cresciuti.

    La musica di Bergamo

    Soprattutto Gaetano Donizetti e con lui Simone Mayr, ma anche il celeberrimo violoncellista Alfredo Piatti o il tenore romanese Giovanni Battista Rubini, vere e proprie leggende della musica classica e operistica dell’800, fino ad arrivare al Direttore d’orchestra Gianandrea Gavazzeni.

    L’archeologia industriale

    Bergamo fu terra di setifici, cotonifici, linifici, lanifici, soprattutto a cavallo tra il XIX e il XX secolo, ma anche culla, ricordiamolo, dell’Italcementi. Sono ancora molte le possibilità per poter immaginare quel mondo perduto, grazie alla riqualificazione di molti di questi ma stodontici complessi industriali nei quali un tempo trovavano lavoro interi paesi o vallate: Alzano, Ponte Nossa, Martinengo, Ghisalba, Caprino Bergamasco…

    Il liberty nelle valli

    L’esempio più eclatante è San Pellegrino col suo centro e il suo casinò, appena riportato agli antichi splendori, ma anche le Terme. Poi, il Passo della Presolana, dove gli industriali milanesi e svizzeri del primo ‘900, con le loro lussuose ville inventarono di fatto, il concetto di villeggiatura nel senso moderno del termine.

    La famiglia Tasso e il primo servizio postale

    Cornello dei Tasso, in Valbrembana, conserva le vestigie dell’importante famiglia che inventò e amministrò per decenni il servizio postale di mezza Europa. La parola “taxi” pare derivi proprio da loro.

    Le vecchie, grandi vie commerciali della Valbrembana

    Echi di un mondo che non c’è più, ma che poggiava allora come oggi sulle grandi vie di comunicazione e quindi di commercio. Le Orobie occidentali sono un pizzico meno impervie di quelle orientali: in Val Brembana si percorrevano la via Mercatorum, la strada Taverna, fino alla seicentesca via Priùla che consentiva di collegare Bergamo al Passo San Marco e quindi alla Valtellina. Seguirne oggi gli antichi percorsi riserva affascinanti sorprese.

    Arti e mestieri perduti

    La lavorazione delle celebri pietre coti di Pradalunga e di Nembro, i tetti in pietra (i piöde) della Valle Imagna o quelli in ardesia dell’alta Valseriana, le gloriose fucine sul torrente Goglio, dove si forgiavano le spade di Milano, i magli e l’arte dei “ciödarói”, le miniere di zinco della Valle del Riso e della Val Serina, quelle di ferro della Val di Scalve fino ad arrivare al vero fulcro europeo del comparto tessile del XX secolo: la Valgandino.

    Antichi manieri

    Tanti i castelli bergamaschi che ancora oggi possono mostrarsi in tutta la loro splendida magnificenza: Pagazzano, Marne, Malpaga, Cavernago, ma anche Bianzano, Urgnano, Solza, Costa di Mezzate…un viaggio ricco di storia, ma anche di inquietanti delitti e misteri, con un nome a far quasi sempre capolino, quello del bergamasco più famoso di sempre: Bartolomeo Colleoni.

    Sulle tracce degli antici Orobi

    Gli antichissimi anfratti delle nostre montagne hanno talvolta mostrato segni del passaggio e della vita delle civiltà proto-celtiche che qui si stanziarono prima dei romani: dall’antica Parra (Parre) ai muri di Ca’ Marta (Brembilla), dal misterioso masso erratico della Val Sedornia (Gandellino) fino alle incisioni rupestri delle montagne di Carona.

    L’acqua: la grande ricchezza delle valli bergamasche

    Fu proprio la ricchezza d’acqua della bergamasca ad attirare gli imprenditori svizzeri alla fine dell’800. Oggi, però, l’acqua bergamasca si beve, soprattutto. La San Pellegrino è indiscutibilmente uno dei simboli italiani nel mondo, ma le acque minerali bergamasche oggi in commercio sono almeno una decina. La sorgente Nossana non si imbottiglia, invece, ma va dritta a Bergamo per essere bevuta direttamente dai rubinetti della città.

    Wellness e Termalismo

    Le più famose sono quelle di San Pellegrino, appena rilanciate, ma, che siano esse volte alla wellness o alle cure, in bergamasca se ne trovano diverse altre: Trescore Balneario, Sant’Omobono, Gaverina. Oggi che questo tipo di benessere viene finalmente riscoperto, Bergamo ha tutti i mezzi per farsi trovare pronta.

    Itinerari religiosi e di fede

    Bergamo è sempre stata terra di fervente culto cattolico. Sono almeno una trentina i santuari mariani delle valli montane, tre le basiliche nella sola Valle Seriana, tutte incredibilmente ricche di spunti di fede e di arte (la Danza Macabra clusonese tanto per fare un esempio). Spostandoci a sud non mancano numerosi altri scrigni da visitare: dal Santuario di Santa Maria del Fonte di Caravaggio alla Rotonda di San Tomé ad Almenno San Bartolomeo.

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    I misteri oscuri delle grotte

    Pochi lo sanno, ma le valli bergamasche sono ricchissime di grotte spettacolari. Alcune sono impervie e pericolose, ma molte altre sono visitabili: dalla Valle Imagna alla Val Brembana, senza dimenticarsi di Fonteno e dell’alta Val Seriana sono moltissime le opportunità per restare col fiato sospeso mettendo il naso dentro le viscere della terra, rimaste inviolate per millenni.

    Tutte le proposte

    Trekking sulle Alpi Orobiche
    Il Sentiero delle Orobie, che si sviluppa lungo i monti della Provincia di Bergamo, permette di immergersi nel cuore e nelle zone più selvagge di queste Alpi, offrendo scorci veramente suggestivi dell’ambiente.

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    Percorsi d’arte
    Dalle sculture lignee dei Fantoni ai ritratti del Moroni, passando da Cima da Conegliano, Palma il Vecchio, Cavagna, Cifrondi, Baschenis, Carnovali…Sono tantissimi i nomi bergamaschi che hanno lasciato un segno nell’arte. Questo segno spesso è visibile soprattutto nella terra dove questi artisti sono nati e cresciuti.

    La musica di Bergamo
    Soprattutto Gaetano Donizetti e con lui Simone Mayr, ma anche il celeberrimo violoncellista Alfredo Piatti o il tenore romanese Giovanni Battista Rubini, vere e proprie leggende della musica classica e operistica dell’800, fino ad arrivare al Direttore d’orchestra Gianandrea Gavazzeni.

    L’archeologia industriale
    Bergamo fu terra di setifici, cotonifici, linifici, lanifici, soprattutto a cavallo tra il XIX e il XX secolo, ma anche culla, ricordiamolo, dell’Italcementi. Sono ancora molte le possibilità per poter immaginare quel mondo perduto, grazie alla riqualificazione di molti di questi ma stodontici complessi industriali nei quali un tempo trovavano lavoro interi paesi o vallate: Alzano, Ponte Nossa, Martinengo, Ghisalba, Caprino Bergamasco…

    Il liberty nelle valli
    L’esempio più eclatante è San Pellegrino col suo centro e il suo casinò, appena riportato agli antichi splendori, ma anche le Terme. Poi, il Passo della Presolana, dove gli industriali milanesi e svizzeri del primo ‘900, con le loro lussuose ville inventarono di fatto, il concetto di villeggiatura nel senso moderno del termine.

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    Cornello dei Tasso, in Valbrembana, conserva le vestigie dell’importante famiglia che inventò e amministrò per decenni il servizio postale di mezza Europa. La parola “taxi” pare derivi proprio da loro.

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    Echi di un mondo che non c’è più, ma che poggiava allora come oggi sulle grandi vie di comunicazione e quindi di commercio. Le Orobie occidentali sono un pizzico meno impervie di quelle orientali: in Val Brembana si percorrevano la via Mercatorum, la strada Taverna, fino alla seicentesca via Priùla che consentiva di collegare Bergamo al Passo San Marco e quindi alla Valtellina. Seguirne oggi gli antichi percorsi riserva affascinanti sorprese.

    Arti e mestieri perduti
    La lavorazione delle celebri pietre coti di Pradalunga e di Nembro, i tetti in pietra (i piöde) della Valle Imagna o quelli in ardesia dell’alta Valseriana, le gloriose fucine sul torrente Goglio, dove si forgiavano le spade di Milano, i magli e l’arte dei “ciödarói”, le miniere di zinco della Valle del Riso e della Val Serina, quelle di ferro della Val di Scalve fino ad arrivare al vero fulcro europeo del comparto tessile del XX secolo: la Valgandino.

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    Sulle tracce degli antici Orobi
    Gli antichissimi anfratti delle nostre montagne hanno talvolta mostrato segni del passaggio e della vita delle civiltà proto-celtiche che qui si stanziarono prima dei romani: dall’antica Parra (Parre) ai muri di Ca’ Marta (Brembilla), dal misterioso masso erratico della Val Sedornia (Gandellino) fino alle incisioni rupestri delle montagne di Carona.

    L’acqua: la grande ricchezza delle valli bergamasche
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    Itinerari religiosi e di fede
    Bergamo è sempre stata terra di fervente culto cattolico. Sono almeno una trentina i santuari mariani delle valli montane, tre le basiliche nella sola Valle Seriana, tutte incredibilmente ricche di spunti di fede e di arte (la Danza Macabra clusonese tanto per fare un esempio). Spostandoci a sud non mancano numerosi altri scrigni da visitare: dal Santuario di Santa Maria del Fonte di Caravaggio alla Rotonda di San Tomé ad Almenno San Bartolomeo.

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    Pochi lo sanno, ma le valli bergamasche sono ricchissime di grotte spettacolari. Alcune sono impervie e pericolose, ma molte altre sono visitabili: dalla Valle Imagna alla Val Brembana, senza dimenticarsi di Fonteno e dell’alta Val Seriana sono moltissime le opportunità per restare col fiato sospeso mettendo il naso dentro le viscere della terra, rimaste inviolate per millenni.

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      VERTOVA, COLZATE E CASNIGO

      VERTOVA, COLZATE E CASNIGO

      VERTOVA, COLZATE E CASNIGO

      Vertova, Colzate e Casnigo

      il dialogo tra arte e fede

      • Visita guidata intera giornata
      • Pranzo in ristorante con incluso bevande
      • Bus gran turismo
      • Assicurazione RCT

      Vertova

      Il comune di Vertova, caratterizzato, fino agli anni ’80, dalla presenza di aziende manufatturiere tessili, oggi si presenta come un tranquillo borgo alle porte della spettacolare Val Vertova.
      Un’area di interesse naturalistico e uno degli angoli più suggestivi della media Val Seriana. Per 12 Km, si insinua tortuosa ed incassata, tra il Monte Cavlera ed il Monte Cedrina sino nel cuore del massiccio del Monte Alben.
      Presenta aspetti naturalistici e paesaggistici di notevole rilevanza; specie animali e vegetali endemiche, la cui presenza è stata segnalata esclusivamente in questo territorio.

      Chiesa di Santa Maria Assunta 
      La chiesa, già nota nel 1277, fu ampiamente rifatta tra il 1690 e il 1707 su progetto di G. B. Quadrio. La sobria e severa architettura esterna è incorniciata da uno slanciato e ampio portico che la avvolge su due lati. Il pittoresco campanile, soprainnalzato nel 1710, conferisce alla struttura un’imponenza particolarmente accentuata dalla posizione sopraelevata dell’edificio rispetto al paese sottostante. Al semplice candore esterno si contrappone il fastosissimo interno barocco strutturato con un’ampia navata centrale, affiancata da due navatelle minori che raccordano le cappelle degli altari laterali con l’aula centrale.
      La ricchissima decorazione in stucco dorato e medaglie dipinte dilaga dalla volta centrale in tutta la chiesa, opprimendo un poco la ricercata architettura dell’edificio, ma conferendo all’insieme un’atmosfera gioiosa e solenne. Maria Assunta è titolare del tempio, mentre San Patrizio e San Marco, di cui si conservano varie effigi, sono i patroni della comunità. L’altare maggiore, dedicato all’Assunzione di Maria, conserva una bella pala di Domenico Carpinoni e uno stupefacente coro intagliato con stalli della bottega dei Caniana, cariatidi di Andrea Fantoni e medaglie in terracotta di D. Bianchi. L’altare marmoreo è invece realizzato con gusto neoclassico e abbellito da sculture in bronzo di G. Siccardi. Tra gli altari laterali spicca, superbamente adornato, quello della Madonna del Rosario disegnato da G. B. Caniana nel 1708 e realizzato dalle botteghe dei Manni e dei Fantoni con una notevolissima profusione di marmi. Tra le opere scultoree merita attenzione il paliotto dell’altare dei Morti realizzato da Andrea Fantoni come il pulpito e le due mostre d’organo. Tra le numerose opere pittoriche di pregio è certamente degna di menzione la Pala della Madonna con Bambino e i Santi Marco e Patrizio di E. Salmeggia (1611).

      Il Santuario di San Patrizio a Colzate

      Aggrappato su uno sperone roccioso alle pendici del monte Cavlera, immerso nel silenzio di prati e boschi, il Santuario di San Patrizio sembra essere stato modellato dalla natura stessa, tanto appare stretto il suo rapporto con l’ambiente circostante. Le sue mura si fondono con la roccia: quasi una fortezza a picco sul fiume, la cui asprezza è tuttavia ingentilita da una serie di archi che invogliano a salire fin lassù per ammirare le vedute dalla balconata panoramica.
      Restaurato negli anni ’80, il Santuario presenta all’ingresso un vasto sagrato su cui prospetta la grandiosa mole della facciata nord, con i tre archi asimmetrici in pietra viva del pianoterra. Guidati da Antonio Zaccaria e Barbara Mazzoleni, che ci hanno intrattenuto con la consueta competenza e brillantezza, abbiamo imboccato la rampa pedonale fino al piano del portico superiore che cinge il Sacello e la Chiesa del Santuario. Salendo, si intuisce la complessità di questo edificio, fatto di alti e di bassi, di pieni e di vuoti, di spazi piccoli e grandi, in perfetta armonia. Ma una domanda ‘sorge subito spontanea’: perché San Patrizio? Cosa ha a che fare il Patrono d’Irlanda, Saint Patrick, con un piccolo comune della Valle Seriana in provincia di Bergamo? Come sia giunto nella valle il culto del santo irlandese resta un mistero che ha favorito la nascita di numerose leggende: da quella secondo cui il Santuario sarebbe stato costruito da un gruppo di mercanti anglosassoni che scamparono all’invasione del Barbarossa rifugiandosi sul Cavlera, a quella per cui anche qui si sarebbe trovato un «pozzo di S. Patrizio», che scendeva fino a lambire le acque del Serio.
      La ragione di fondo, tuttavia, è probabilmente commerciale, legata ai tanti traffici che la valle aveva con l’estero, proprio in conseguenza della sua produzione di tessuti e coperte. Certo è che, tra miracoli e segreti, ci volle un lavoro di secoli per strappare successivamente alla roccia lo spazio necessario per trasformare l’edificio da tempietto medievale a vero e proprio santuario. Dopo la costruzione di una semplice tribulina del XII secolo, il nucleo più antico del Santuario (il Sacello) risale infatti al XIV secolo; la chiesa grande risale invece ad un periodo tra il ‘500 e ‘600 (con affreschi del ‘600 e del ‘700); ad abbracciarle tutto intorno, l’arioso portico del ‘700.

      Il piccolo Santuario trecentesco, il Sacello: è qui che ebbe origine e sviluppo il culto dei Vertovesi a S.Patrizio. Il semplice edificio, con l’altare rivolto a oriente, è ornato all’interno e all’esterno di numerosi affreschi iconografici e votivi, databili fra il 1450 e il 1520, restaurati negli anni ’80 proprio dal nostro Antonio Zaccaria. Antonio ci ha raccontato che, durante i lunghi mesi del restauro, la sorpresa più grande l’ha riservata l’altare: spostando la grande e pesante pietra della mensa è stato scovato un piccolo vano con un’urna lavorata in pietra in cui erano custodite reliquie (frammenti di ossa e stoffa) probabilmente di S. Patrizio (ma non è accertato). Inoltre, eliminando l’intonaco aggiunto nei precedenti restauri e spostando casualmente alcuni mattoni sul fronte dell’altare, è riemersa una crocifissione affrescata sull’altare originale.

      Il Santuario grande conserva un ciclo pittorico del XVII secolo (ciclo degli apostoli) e del secolo XVIII (storie di San Patrizio). Sull’arco trionfale si può ora ammirare una vistosa annunciazione. L’interno della Chiesa presenta un tipico esempio di pittura scenografica che trasforma le superfici architettoniche in sfondati illusionistici, come era nel gusto della cultura settecentesca. Le pareti laterali narrano i fatti più salienti della vita di S. Patrizio. Sull’altare una bella tela settecntesca di Francesco Capella. Una statua policroma di San Patrizio, pregevole opera di Giovan Battista Caniana, spicca nella navata barocca del santuario.

      La vita di San Patrizio.

      San Patrizio, il cui vero nome si narra sia Maewyn Succat, nacque tra il 387 e il 392 a Kilpatrick, in Scozia, in una nobile famiglia di origine romana. Venne rapito da adolescente da pirati irlandesi e venduto come schiavo a Muirchu, re del North Dàl Riada, località non lontana da Belfast, in Irlanda. Qui, per sei anni, lavorò portando al pascolo pecore ed altri animali e tessendo gomitoli di lana. Nel frattempo però apprese la lingua Gaelica e tutte le pratiche dei druidi.
      Un giorno, ribellandosi al proprio padrone, scappò e, percorrendo a piedi circa 184 miglia, si imbarcò clandestinamente su di una nave diretta in Inghilterra. Alcune leggende narrano che oltre che in Gran Bretagna, il futuro santo, si recò anche in Francia e in Italia, sino al ritorno in Irlanda nel 432. Divenuto vescovo, iniziò a convertire la popolazione dal paganesimo al cristianesimo, così come volle Papa Celestino.
      Quest’ultimo, poco prima della sua morte, lo battezzò finalmente come San Patrizio (dalle parole latine pater civium, ovvero padre del suo popolo), e gli affidò la missione di estirpare dall’Irlanda il paganesimo e convertire l’intera nazione alla cultura cattolica. San Patrizio fu spesso minacciato di morte, catturato e condannato, ma riuscì comunque a portare avanti la sua missione in nome di Dio. Trattò con i Druidi per affiancare una simbologia cristiana alla festa celtica di Beltaine (1° maggio) che celebrava il ritorno dell’estate. Di qui il simbolo del sole aggiunto sulle croci celtiche.
      La sua opera fu così grandiosa che oltre sessanta chiese furono costruite in suo onore, la più importante delle quali si trova a Dublino (St. Patrick’s Cathedral) e divenne ben presto un eroe nazionale, oltre che patrono d’Irlanda. Morì il 17 marzo del 461. Dove è poco chiaro, chi dice in Inghilterra, chi nel Galles. Un’altra versione dice invece che il santo morì nel 493 e che sia sepolto a Downpatrick, in Irlanda.

      Leggende su San Patrizio.

      Secondo la tradizione irlandese, in Irlanda non ci sarebbero più serpenti da quando San Patrizio li cacciò in mare. Questa leggenda è connessa a quella della montagna sacra irlandese, Croagh Patrick, sulla quale il santo avrebbe trascorso quaranta giorni, gettando alla fine una campana dalla sommità del monte nell’attuale Baia di Clew per scacciare i serpenti e le impurità, formando le isole che la contraddistinguono.

      Celebre anche la leggenda del pozzo di San Patrizio, il pozzo senza fondo, da cui si aprivano le porte del Purgatorio. Da notare la presenza della leggendaria figura di San Patrizio anche nell’emblema nazionale irlandese, il trifoglio (shamrock). Grazie ad un trifoglio, si racconta infatti, San Patrizio avrebbe spiegato agli irlandesi il concetto cristiano della Trinità, sfogliando le tre piccole foglie legate ad un unico stelo.

      Casnigo

      Nel pomeriggio visita guidata al caratteristico centro storico di Casnigo e alla sua parrocchiale e al Santuario della SantissimaTrinità, conosciuto anche come la Sistina della Bergamasca.
      Casnigo è un comune di 3.343 abitanti della provincia di Bergamo. Il territorio comunale è morfologicamente molto diversificato: si sviluppa in modo longitudinale nella parte centrale della valle Seriana, racchiudendo nei propri confini una zona alluvionale di fondovalle, un altopiano e parti collinari e montuose. Piccoli insediamenti residenziali sono presenti sulle propaggini montuose del pizzo di Casnigo e del monte Farno, su cui si trova la frazione Ronco Trinità, situata nei pressi dell’omonimo santuario.
      Il territorio comunale è disseminato di numerosi edifici sacri che ricoprono grande importanza dal punto di vista artistico e religioso. Il principale di questi è la chiesa arcipresbiteriale plebana di san Giovanni Battista, attorno alla quale si è sviluppato il centro storico del paese. La sua origine è riconducibile al periodo compreso tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo, come testimoniato dall’incisione, ricavata sui gradini dell’altare, recante i numeri romani MC (1100 appunto), che la rendono la più antica chiesa battesimale della Valgandino.
      Originariamente intitolata a san Giovanni Battista e san Giorgio, possedeva una struttura dalle dimensioni molto limitate. Questa venne quindi abbattuta verso la metà del XV secolo per far spazio ad un complesso più spazioso che potesse fronteggiare le mutate esigenze della popolazione. Il nuovo edificio, in stile gotico-lombardo, venne consacrato nel 1471, con numerosi affreschi eseguiti nel 1484 dalla bottega dei Marinoni, ed innalzato a rango di chiesa arcipresbiteriale nel 1460. La sempre crescente importanza costrinse le autorità religiose locali a riedificarla con una struttura più spaziosa tra il 1617 e il1640, mantenendo della precedente soltanto alcuni paramenti e dipinti. Da allora l’architettura è rimasta inalterata.
      La chiesa possiede una grande quantità di opere d’arte, delle quali la più importante con ogni probabilità è la serie di armadi intagliati dal tirolese Ignazio Hillipront, che ricoprono le quattro pareti della sagrestia e presentano un continuo susseguirsi di intagli ad arabesco, di statue di santi ed angeli. Nell’armadio posto di fronte all’ingresso vi è una nicchia in cui è collocato un crocifisso tra due angeli, opera di Andrea Fantoni.
      Di grande importanza è anche l’altare maggiore, eseguito nel 1625 in marmo nero di Gazzaniga, ed ornato da una tribuna in legno dorato. Inizialmente attribuito a Grazioso Fantoni, venne riconosciuto poi come opera di Antonio Montanino da Brescia. Altre opere sono la pala, posta nell’abside, della Vergine Incoronata con santi opera di Gian Paolo Cavagna, la volta affrescata da Enrico Albrici con sette medaglioni raffiguranti la vita di san Giovanni Battista e la Pietà di Palma il Giovane.
      Numerosi sono gli altari minori presenti: il primo laterale è quello del Suffragio (o dei Morti), eseguito dalla Bottega di Bartolomeo Manni in marmo nero, con un dipinto di scuola veneziana del XVII secolo; vi è poi l’altare di san Giuseppe, anch’esso opera dei Manni, con un paliotto in marmo di Carrara eseguito da Andrea Fantoni e rappresentante la Fuga in Egitto; l’altare della Pentecoste (o del Battistero) che presenta in controfacciata il quadro Incoronazione di Maria e Santi di Gian Paolo Cavagna; l’altare di san Sebastiano, con la pala del santo con sant’Orsola, eseguito da Carlo Ceresa; l’altare della Madonna del Rosario in marmi policromi e la statua lignea della Madonna con Gesù, opera di Giovanni Avogadri, ed infine l’altare dell’Immacolata, anch’esso in marmo policromo opera dei Manni, con medaglione in marmo di scuola fantoniana e la pala dell’Immacolata Concezione con Adamo, Eva e quattro profeti, dipinta da Domenico Carpinoni.

      Di notevole importanza è il santuario della Santissima Trinità, posizionato su una terrazza naturale sulle pendici del monte Farno. in posizione dominante sul paese e la bassa valle Seriana.
      La struttura risale a tre differenti epoche: quella primitiva dovrebbe risalire al termine del XV secolo, seguendo l’indicazione posta sulla parete sud che riporta la data 1491. In origine la chiesa aveva dimensioni ridotte, tanto che la struttura originaria oggi fa parte del portico antistante l’ingresso, che ancora conserva interessanti affreschi. Un successivo ampliamento, eseguito tra il 1575 ed il 1596, donò al santuario una struttura a navata unica. L’ultima ristrutturazione rese la chiesa più spaziosa con una pianta a croce latina ed uno stile romano-gotico.
      All’interno, sull’altare maggiore si trova un polittico di Giovanni Marinoni e suo figlio Antonio, dotato di cornice dorata e composto da sei scomparti disposti su due ordini, mentre presso l’altare dell’Annunciazione si trova la pala Annunciazione della Vergine di Domenico Carpinoni e sull’altare di san Marco con la pala Santissima Trinità con santi di Francesco Zucco. Di grande interesse è il grande affresco collocato sul timpano che conclude l’aula cinquecentesca, su cui è dipinto un dipinto del Giudizio Universale eseguito da Cristoforo Baschenis detto Il Vecchio, da molti considerato come la piccola cappella Sistina bergamasca.

      Fonti: itinerari.bergamo.it – valseriana.eu

      Pacchetto per gruppi precostituiti di almeno 20 partecipanti

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        VAL SERIANA – LA VALLE DELLE TRE BASILICHE

        VAL SERIANA – LA VALLE DELLE TRE BASILICHE

        VAL SERIANA – LA VALLE DELLE TRE BASILICHE

        La provincia di Bergamo possiede un immenso patrimonio naturalistico che si esprime al meglio nella zona settentrionale, essenzialmente montuosa e delimitata dalle Alpi Orobie. E’ proprio qui infatti che si trovano le sue valli principali, ricche di località dai paesaggi unici e dall’eccezionale valore storico-artistico. In particolare, questo tour offre al visitatore la possibilità di ripercorrere la Valle Seriana attraverso un viaggio tra fede, arte e natura che porterà alla scoperta delle più belle basiliche della zona.

        La Val Seriana è, come il nome suggerisce, la valle del fiume Serio, lungo il cui corso si estende per una cinquantina di chilometri. Può essere divisa in tre parti: la bassa valle il cui centro principale è Alzano lombardo; la zona intermedia dominata dalla Val Gandino il cui cuore è proprio l’omonimo paese di Gandino e infine l’alta valle nella zona più a nord, il cui nucleo principale è Clusone. Sono proprio queste le tappe previste dal nostro itinerario. Un percorso di fede che si svolge in luoghi la cui bellezza naturale e tranquillità invitano spontaneamente al raccoglimento e alla preghiera.

         

        La prima tappa è quindi Alzano lombardo, in cui spicca la Basilica di San Martino. Già dall’XI secolo si hanno testimonianze dell’esistenza di una piccola chiesa al centro dell’abitato, ma l’aspetto attuale lo si deve a dei rifacimenti avvenuti nel corso del XVII secolo in seguito ad una cospicua donazione da parte di un ricco mercante dell’epoca. La Basilica racchiude pregevoli opere d’arte, capolavori dipinti su tela di artisti quali Cavagna, Cignaroli, Diotti, Capella per citarne solo alcuni. Ma ciò che ha dato fama a questa chiesa è stato l’illustre lavoro di Andrea Fantoni. Scultore bergamasco originario di Rovetta ha dato prova delle sue incredibili abilità realizzando numerosi elementi scultorei all’interno della basilica tra cui in particolare lo splendido pulpito in marmo nella navata centrale rappresentante le diverse età dell’uomo. La visita prosegue all’adiacente Museo d’Arte Sacra San Martino. Da qui è infatti possibile accedere alle sagrestie della basilica, dove hanno lavorato fianco a fianco i Fantoni, che si sono occupati della lavorazione delle scultore e degli arredi lignei e i Caniana, esperti nell’arte dell’intarsio. Andrea Fantoni nella seconda sagrestia scolpisce più di ottocento figure tra scene di martirio e storie tratte dal Vecchio e Nuovo testamento, dando vita ad un’opera eccezionale che lascia i visitatori senza fiato.

        La seconda tappa ci porta a Gandino, paese che ottenne grande successo fra il XV e XVI secolo grazie al fiorire dell’attività laniera che portò prestigio e ricchezza ai suoi abitanti. Il centro del piccolo paese è dominato dalla Basilica di Santa Maria Assunta. Anche in questo caso la chiesa ha origine antica ma ha poi subito dei rifacimenti nel corso del XVII secolo. Dall’esterno, oltre alla grande cupola ottagonale, ciò che subito colpisce è il colore scuro di tutta la struttura dovuto al caratteristico calcare nero locale con cui è stata realizzata. L’interno è ricco di opere d’arte di pittori come Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto e di scultori come i Fantoni e i Caniana.

        Dopo un pranzo a base dei più gustosi e rappresentativi piatti della Valle Seriana, l’itinerario prosegue verso Clusone, la terza ed ultima tappa del tour. Passeggiando per il centro storico si coglie il fascino di una città che racchiude in sé testimonianze di ogni epoca. In particolare vale la pena soffermarsi in Piazza Orologio, dove si può ammirare il medievale Palazzo del Comune e accanto ad esso il cinquecentesco orologio planetario. Questa straordinaria opera di Pietro Fanzago, attraverso un meccanismo semplice ma geniale è in grado di segnare con un unico indicatore le ore, i mesi, i giorni, la durata del giorno e della notte, i segni dello zodiaco, le fasi lunari e la durata della lunazione.

        Da questo punto una piccola strada in salita ci conduce al vero cuore di Clusone, ossia la bellissima Basilica dedicata a Santa Maria Assunta e a San Giovanni Battista. Fu costruita a fine Seicento, su disegno di G.B. Quadrio, noto architetto che lavorò anche alla realizzazione del Duomo di Milano. La struttura è imponente e maestosa e racchiude importanti opere d’arte. A dominare è soprattutto il lavoro di Andrea Fantoni che si è occupato della realizzazione di buona parte dell’apparato scultoreo della Chiesa, dimostrando ancora una volta le sue notevoli capacità. Infine non può mancare una visita all’Oratorio dei Disciplini, un piccolo gioiello nascosto all’ombra della vicina Basilica. Fu edificato nel XIV secolo dalla confraternita dei disciplini bianchi e all’esterno presenta uno dei più begli e rari esempi di affreschi della Morte mai realizzati. Questo capolavoro, nelle sue varie parti, rappresenta  una sintesi unica in Europa delle tipiche raffigurazione della Morte che circolavano alla fine del Medioevo. All’interno dell’oratorio invece si trova un notevole ciclo di affreschi rappresentanti la vita di Gesù in 42 riquadri.

        Così si conclude il nostro viaggio volto a scoprire una delle più belle valli della bergamasca attraverso i centri che più la rappresentano: una fusione perfetta tra natura, arte e spiritualità è ciò che rende quest’esperienza unica e indimenticabile.

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          I LUOGHI DI PAPA GIOVANNI XXIII

          I LUOGHI DI PAPA GIOVANNI XXIII

          I LUOGHI DI PAPA GIOVANNI XXIII

          Un momento di pace a Sotto il Monte

          La visita di Sotto il Monte ti dà la possibilità di capire la preziosità della vita e degli insegnamenti, di Angelo Roncalli, sacerdote, vescovo e papa.

          Sostare in questo territorio così bello e rivedere la propria vita sotto la lente di ingrandimento di “uomo, divenuto papa per volontà di Dio“, significa fare un viaggio dentro il nostro cuore.

          L’importante progetto di rivalutazione dei luoghi giovannei ha consentito di sviluppare alcune proposte di visita che tengano conto delle diverse esigenze dei pellegrini: per fasce di età, per il tempo a disposizione, e per il desiderio di approfondimento di alcune importanti tematiche.

          La Casa del Pellegrino si propone come cabina di regia per l’accoglienza e l’organizzazione dei pellegrinaggi. La molteplicità dei luoghi di interesse, il loro posizionamento sul territorio, e la volontà di gestire al meglio le diverse esigenze dei visitatori, necessitano di un coordinamento che lo staff dell’Associazione Papa Giovanni XXIII in collaborazione con l’agenzia di viaggi Destinazione Sole è in grado di soddisfare.

          Ecco il programma “tipo” di una visita a Sotto il Monte

          • ore 9.00 – Accoglienza e registrazione alla Casa del Pellegrino. Visione di un breve filmato di introduzione al pellegrinaggio a Sotto il Monte Giovanni XXIII e uso di servizi quali toilette, Cafè JXXIII e bookshop.
          • ore 09.45– Visita guidata alla Casa dei Ricordi di Ca’ Maitino.
          • ore 10.45– Visita guidata al Santuario San Giovanni XXIII (Chiesa Parrocchiale San Giovanni Battista, Cappella della Pace, Giardino della Pace e Cripta “Oboedientia et Pax”).
          • ore 11.45– Visita guidata alla Chiesa Santa Maria di Brusicco.
          • ore 12.30Pranzo presso un agriturismo della zona incluso di bevande.
          • Nel pomeriggio visita a Città Alta a Bergamo con salita con la Funicolare. e visita guidata di Citta alta 2 ore.

          Quota del pacchetto: € 40 (gruppi minimo 20 persone)


          Su richiesta, quotazioni per prolungamenti di soggiorno, gruppi, ecc.; eventuali riduzioni per sistemazione in camere triple o quadruple, tariffe per bambini, ecc; visite a più cantine con degustazioni personalizzate e più complete in base all’interesse personale.

          Le QUOTE sono da riconfermare al momento della prenotazione e sono variabili in base alla struttura, alle camere disponibili, al periodo richiesto e alla durata del soggiorno.

          Giovanni XXIII nacque a Sotto il Monte il 25 novembre 1881, primo figlio maschio di Marianna Mazzola e di Giovanni Battista Roncalli. La sera stessa il neonato venne battezzato presso la Chiesa di Brusicco dal parroco Don Francesco Rebuzzini, ricevendo il nome di Angelo Giuseppe. Gli fece da padrino l’anziano prozio Zaverio Roncalli, uomo molto pio, rimasto celibe, che si era assunto il compito di educare religiosamente i suoi numerosi nipoti.

          Manifestando fin dalla fanciullezza una forte inclinazione alla vita ecclesiastica, il 7 novembre 1892 Angelo Giuseppe Roncalli fece il suo ingresso nel seminario di Bergamo. Non tardò a distinguersi sia nello studio che nella formazione spirituale, tanto che i superiori lo ammisero alla tonsura prima del compimento del suo quattordicesimo anno.

          Nel gennaio 1901 fu inviato a Roma presso il seminario Apollinare, dove esistevano alcune borse di studio a favore dei chierici bergamaschi. Il 13 luglio 1904, alla giovanissima età di 22 anni, conseguì il dottorato in Teologia; venne ordinato sacerdote il 10 agosto 1904 nella chiesa di San Carlo al Corso a Roma.

          Nel febbraio 1905 fu scelto quale segretario del nuovo Vescovo di Bergamo, Mons. Giacomo Radini Tedeschi. Furono dieci anni di intenso impegno accanto ad un Vescovo autorevole e molto dinamico che contribuì a fare della Diocesi di Bergamo un modello della Chiesa Italiana. L’esperienza accanto a Mons. Radini rimase sempre un punto di riferimento per Giovanni XXIII ogniqualvolta venisse chiamato ad assolvere un incarico.

          Dopo aver partecipato all’esperienza della Prima Guerra Mondiale, assistendo ai numerosi feriti in qualità di cappellano, e dopo aver portato avanti l’opera di Propagazione della Fede nelle diocesi italiane, nel 1925 Angelo Giuseppe Roncalli ricevette l’ordinazione episcopale e la nomina a Visitatore Apostolico in Bulgaria.

          Ebbe inizio così il periodo diplomatico a servizio della Santa Sede, che si prolungò fino al 1952. Il Vescovo Roncalli rimase in Bulgaria per circa dieci anni; nel 1934 venne nominato Delegato Apostolico in Turchia e in Grecia, ove contribuì a ripristinare i contatti tra la Chiesa Cattolica e il Patriarcato di Costantinopoli; nel 1944, con la conclusione del secondo conflitto mondiale, fu promosso alla Nunziatura di Parigi.

          Nel 1953, ormai Cardinale, Angelo Giuseppe Roncalli fu inviato a Venezia in qualità di Patriarca. Dopo qualche anno, il 28 ottobre 1958, venne eletto Papa, con il nome di Giovanni XXIII. Inizialmente reputato un Pontefice di transizione da parte dell’ambiente ecclesiastico, Papa Giovanni XXIII passò alla Storia come uno dei maggiori riformatori della Chiesa Cattolica; il suo più grande contributo è rappresentato dal Concilio Vaticano II, i cui lavori presero avvio l’11 ottobre 1962. L’intento era quello di riesporre la dottrina tradizionale in modo più adatto alla sensibilità moderna, invitando alla misericordia ed al dialogo con il mondo invece che alla condanna e alla contrapposizione.

          Questo fu il principio ispiratore del suo agire anche in un contesto storico critico come quello rappresentato dalla Guerra Fredda: il suo intervento conciliante fu decisivo in occasione della grande crisi di Cuba nel 1962, al punto da essere insignito del Premio Balzan per la pace.

          Papa Giovanni XXIII si spense il 3 giugno 1963, all’età di 82 anni.

          fonte: jxxiii

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            I SANTUARI MARIANI DELLA BERGAMASCA

            I SANTUARI MARIANI DELLA BERGAMASCA

            I SANTUARI MARIANI DELLA BERGAMASCA

            La Bergamasca è sempre stata e continua ad essere terra di grande religiosità. Vi si possono trovare luoghi molto famosi ai quali giungono pellegrini da tutta Italia e da varie nazioni europee come il piccolo paese di Sotto il Monte che ha dato i natali a Papa Giovanni XXIII o Caravaggio, non solo luogo d’origine del pittore Michelangelo Merisi ma anche sede del santuario di Nostra Signora del Fonte.

            Accanto ad essi però esistono tantissimi altri santuari dedicati alla Madonna, nella provincia di Bergamo se ne contano ben centosei, che per quanto siano poco noti e nascosti negli angoli più remoti del territorio racchiudono in sé grandi storie e fascino.

            L’itinerario che proponiamo, nell’arco di una giornata, porterà i visitatori alla scoperta proprio di alcuni dei più suggestivi seppur meno conosciuti santuari mariani della bergamasca in un viaggio attraverso la pianura, la Val Brembana e la Val Seriana.

            Il tour parte dal Santuario di Nostra Signora della Preghiera, meglio noto come che si trova nella campagna attorno a Stezzano. Secondo la tradizione nel XII secolo qui esisteva una cappella con l’immagine della Madonna, alla quale i contadini della zona erano molto devoti. Un giorno una donna vi scorse una gran luce e le apparve la Madonna con il Bambino. A seguito di un tale evento si decise di erigere in quel luogo una piccola chiesetta. Successivamente nel maggio 1586 da un pilastro con affrescata la Madonna cominciò a sgorgare acqua e un paio di mesi dopo la Madonna riapparve a due bambine e in seguito ad altre persone. Ecco che quindi al posto della precedente chiesetta si decise di costruire attorno al pilastro con l’effige miracolosa un più grande santuario. L’aspetto attuale però lo si deve ad ulteriori lavori di ampliamento e abbellimento che sono stati realizzati nel corso dell’Ottocento. All’interno si potranno ammirare l’affresco miracoloso conservato dietro l’altare maggiore e le preziose opere d’arte che decorano l’intero edificio.

            Dalla pianura ci si sposta poi in Val Brembana, precisamente a Sant’Omobono Imagna nella piccola frazione di Cepino. Qui sorge il Santuario della Madonna della Cornabusa che trovandosi all’interno di una grotta naturale, aperta in una montagna a strapiombo sulla valle, è sicuramente il più caratteristico di tutta la bergamasca. “… E’ il Santuario più bello che esista, perchè non l’ha fatto la mano dell’uomo, ma Dio stesso”. Così diceva Angelo Giuseppe Roncalli, che sostò qui in preghiera proprio pochi giorni prima di essere eletto Papa Giovanni XXII. La storia racconta che nel XIV secolo un’anziana donna cercò rifugio in una caverna per scampare alle violentissime lotte tra guelfi e ghibellini. Portò con sé una statua rappresentante la Madonna Addolorata che rimase nella grotta anche dopo che la pace fu ristabilita. Anni dopo una pastorella sordomuta la trovò, grazie ad essa riacquistò l’uso della parola e dell’udito e tornò a casa per raccontare il fatto ai genitori. La notizia ben presto si diffuse per la Valle, nacque una viva devozione e all’interno della grotta si costruì una cappella, che nel tempo fu ampliata e decorata.

            Prima di passare ai santuari mariani della Val Seriana è necessaria una pausa pranzo a base dei gustosi prodotti tipici delle valli bergamasche in modo da poter continuare l’itinerario pomeridiano con rinnovato entusiasmo.

            La tappa successiva è Ponte Nossa, dove sorge il Santuario della Madonna delle Lacrime. L’interno è caratterizzato dalla ricchezza degli affreschi, delle pitture e delle raffigurazioni sacre, ma l’elemento più importante da ammirare è l’immagine miracolosa della Madonna cui il santuario è dedicato. Si tratta di un affresco rappresentante Gesù Crocifisso con accanto San Giovanni e Maria che in origine si trovava sulla facciata esterna della chiesa. Nel 1511 una giovane fanciulla che con alcune coetanee stava pascolando un gregge nelle vicinanze, vide l’occhio sinistro della Madonna piangere lacrime di sangue. Si tratta della prima lacrimazione di sangue di un’immagine mariana debitamente documentata nella storia e ancora oggi il santuario è meta di numerosi e frequenti pellegrinaggi.

            Per concludere, a poca distanza si può facilmente raggiungere il Santuario della Madonna delle Grazie di Ardesio. Fu costruito nei primi anni del Seicento in modo da incorporare al suo interno la stanza della casa in cui vivevano le due bambine del paese a cui apparve la Madonna. Anche qui numerose sono le opere d’arte visibili all’interno realizzate per decorare l’edificio nel corso dei secoli.

            Quello proposto è un cammino fatto per scoprire i più importanti e suggestivi luoghi di fede della bergamasca, ancora oggi oggetto di continui pellegrinaggi. La loro storia, le opere d’arte che racchiudono, i contesti naturali in cui sono inseriti li rendono opere uniche in grado di donare ai visitatori un’esperienza religiosa intima e indimenticabile.

             

            Pacchetto per gruppi precostituiti di almeno 40 persone
            Quota a persona: da € 60
            La quota comprende:
            Bus nel raggio di circa  200 km da Bergamo
            Guida a disposizione per tutto il tour
            Pranzo tipico in ristorante con bevande incluse
            Assicurazioni e copertura e Rct

            Con il contributo di Regione Lombardia

            Pacchetto per gruppi precostituiti di almeno 20 partecipanti

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              IL SANTUARIO DI CARAVAGGIO

              IL SANTUARIO DI CARAVAGGIO

              IL SANTUARIO DI CARAVAGGIO

              Il Santuario mariano più importante della Provincia di Bergamo nonché il più conosciuto è sicuramente quello di Nostra Signora del Fonte presso Caravaggio.

              Ogni anno milioni di pellegrini giungono fin qui per vivere un’esperienza di profonda religiosità nel luogo in cui più di ogni altro l’apparizione della Madonna ha lasciato un forte segno.

              I visitatori, per la maggior parte fedeli fortemente devoti, si recano al Santuario per ammirare la magnificenza della struttura, per scoprire la storia della sua nascita e per vedere con i propri occhi l’acqua miracolosa che ancora oggi sgorga dalla Sacra Fonte comparsa nel punto esatto in cui apparve la Vergine.

              L’itinerario proposto si svolgerà nell’arco di una mezza giornata.

              • Per prima cosa si realizzerà un’accurata visita guidata poiché per vivere appieno questa esperienza è importante comprendere fino in fondo sia l’aspetto spirituale del Santuario tramite il racconto degli eventi miracolosi avvenuti nei secoli passati, sia l’aspetto storico e artistico che ha portato alla realizzazione di un luogo di fede di tale bellezza e imponenza. A seguire si potrà vivere un momento più intimo sostando in preghiera all’interno della Chiesa e assistendo ad una delle consuete celebrazioni della Santa Messa.

              Il giorno 26 maggio 1432 nei campi della zona di Caravaggio la Madonna apparve ad una giovane contadina di nome Giannetta. Quando la donna raccontò l’accaduto in molti si recarono nel luogo dell’apparizione e vi trovarono una fonte dalla quale sgorgava acqua in grado di portare guarigione. Si decise allora di costruire una piccola Chiesa per celebrare il miracolo. Fu poi nel corso della seconda metà del Cinquecento che il cardinale Carlo Borromeo, allora in visita a Bergamo, ordinò di far edificare al posto della primitiva chiesetta un grande Santuario, il cui progetto fu affidato all’architetto Pellegrino Tibaldi.

              • Per raggiungere la Chiesa oggi si percorre un viale d’accesso particolarmente scenografico, largo quasi 30 metri che è stato realizzato per sostituire l’originario viottolo attraverso i campi. Una volta giunti di fronte ad esso, dall’esterno il Santuario ci appare come un insieme grandioso. La Chiesa è completamente circondata da portici ed ha una pianta a croce latina con un transetto sormontato da cupola che la divide in due bracci. L’interno è suntuoso, ricco di decorazioni e opere d’arte ed è per lo più una creazione ottocentesca.
              • Di particolare importanza è il Sacro Speco, una piccola zona dietro l’altare maggiore in cui si può sostare in preghiera dinanzi ad un complesso scultoreo rappresentante la Madonna e la contadina Giannetta inginocchiata di fronte a lei.
              • Il cuore del Santuario è però il Sacro Fonte, situato in un sotterraneo proprio al di sotto del Sacro Speco e a cui si accede dall’esterno della Chiesa. Si tratta di una lunga galleria rivestita completamente a mosaico in cui si trova una fontana poiché questo è il luogo in cui la Madonna fece la propria apparizione e l’acqua cominciò a sgorgare dal terreno. Vi si possono anche vedere esposti due curiosi manufatti, ossia una ghigliottina e un catenaccio spezzato, oggetti legati ad altri eventi miracolosi avvenuti nel corso dei secoli e attribuiti alla Vergine della Fonte. Infine si può ammirare la statua della Madonna con un epigrafe che testimonia l’apparizione e che costituisce il documento più antico al riguardo.

              Risulta quindi evidente come ai visitatori si offra un’esperienza fortemente emozionante e densa di significato alla scoperta di un luogo di fede caratterizzato da una grande ricchezza artistica e da una storia lunga e appassionante. Semplicemente un’esperienza da non perdere.

              • Pacchetto per gruppi precostituiti di almeno 40 persone
              • Quota a persona: da € 60
              • La quota comprende:

              Bus nel raggio di circa  200 km da Bergamo
              Guida
              Pranzo tipico in ristorante
              Assicurazioni e copertura e Rct

              Possibilita’ di abbinare questa visita di mezza giornata ,inserendo per il  pomeriggio:

              Bergamo (citta’ alta)

              Sotto il Monte Papa Giovanni XXIII

              Il villaggio operaio di Crespi d’Adda

              Con il contributo di Regione Lombardia

              Pacchetto per gruppi precostituiti di almeno 20 partecipanti

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                IL ROMANICO AD ALMENNO SAN BARTOLOMEO

                IL ROMANICO AD ALMENNO SAN BARTOLOMEO

                IL ROMANICO AD ALMENNO SAN BARTOLOMEO

                La provincia di Bergamo possiede un ricco patrimonio monumentale romanico diffuso ampiamente su tutto il suo territorio. La massima espressione di questo stile, sviluppatosi in Europa tra il X e XII secolo si trova negli edifici religiosi di Almenno: la Rotonda di San Tomè e le chiese di San Giorgio, Madonna del Castello e San Nicola. L’itinerario, in sola mezza giornata, porterà il visitatore alla scoperta della bellezza e della storia di questi suggestivi luoghi di fede che sono riusciti a sopravvivere nei secoli e a mantenere ancora oggi un buono stato di conservazione.

                La prima tappa è costituita dal tempio di San Tomè. Si tratta di una chiesa dedicata a San Tommaso sorta nel XII secolo sui resti di preesistenti edifici sacri di epoca romana e altomedievale. La caratteristica che la contraddistingue è la sua forma circolare in quanto è costituita da tre cilindri sovrapposti che vanno restringendosi dal basso verso l’alto. La struttura presenta una grande eleganza e raffinatezza, si percepisce un’armonia architettonica e il tutto si erge in un paesaggio campestre, alla sommità di un pendio boscoso. Ancor più suggestivo è l’interno: le otto possenti colonne al pian terreno e le altrettante più esili nel matroneo al piano superiore suddividono lo spazio in percorsi circolari creando degli effetti chiaroscurali di particolare fascino. La chiesa era originariamente affrescata ma delle antiche decorazioni pittoriche restano solo poche tracce mentre sono degni di nota i capitelli scolpiti con figure animali, umane e geometriche di squisita fattura. Infine i raggi di luce che filtrano dalla lanterna e dalle finestrelle contribuiscono ad aumentare il fascino del tempio, dando vita ad uno scenario quasi surreale. San Tomè è opera di artigiani che conoscevano bene i movimenti artistici dell’epoca, ma che sono stati capaci di mantenere una propria autonomia espressiva, tale da rendere la Rotonda un’opera unica nel panorama romanico italiano.

                La tappa successiva ci porta alla vicina Chiesa di San Giorgio. Si tratta della più grande basilica romanica della diocesi di Bergamo dopo Santa Maria Maggiore. Questa eccellenza artistica ed architettonica sorge in aperta campagna all’intersezione di due assi viari dell’antico reticolo romano. Fu costruita nella seconda metà del XII secolo in due momenti diversi come si nota subito dalla diversità di materiali e tecniche utilizzate. La caratteristica che la rende unica è il fatto che vi sono conservati alcuni tra i più significativi affreschi due e trecenteschi della bergamasca, costituiti da immagini votive e dal grande ciclo della vita di Cristo nella navata centrale recentemente restaurato.

                A seguire raggiungiamo l’originalissimo complesso della Chiesa Madonna del Castello, il cui nome deriva dall’antico castello, oggi scomparso, che sorgeva in questo luogo. La costruzione è costituita da tre corpi: l’antica cripta del VII-VIII secolo, la primitiva chiesa plebana del IX secolo e il Santuario del XVI secolo. La cripta è la più antica della provincia e conserva inalterata l’atmosfera degli antichi luoghi di culto. Al di sopra la Pieve di San Salvatore fu il primo luogo noto consacrato al culto cristiano del territorio a nord-ovest di Bergamo e fu da qui che la nuova religione cominciò ad irradiarsi nelle valli circostanti. Sull’antica facciata della Pieve è dipinto un affresco della Madonna col Bambino che nel 1506 operò un miracolo. Fu a seguito di questo evento che venne costruito il Santuario, proprio attorno all’effige miracolosa sulla quale venne innalzato un tempietto ottagonale.

                La tappa finale dell’itinerario è costituita dalla Chiesa di San Nicola. Quest’ultima non è una chiesa di stile romanico e risale alla fine del XV secolo ma racchiude pregevoli opere d’arte nonché un raro esempio di organo Antegnati. Vale la pena quindi visitare anche questo piccolo gioiello.

                Un tour alla scoperta dei più antichi e affascinanti edifici religiosi presenti sul territorio di Almenno San Bartolomeo e Almenno San Salvatore rappresenta un’occasione imperdibile di scoprire opere sensazionali, ricche di storia ed espressione di uno stile, il romanico, di cui la Lombardia fu la prima regione promotrice in Italia alla fine dell’XI secolo.

                • Pacchetto per gruppi precostituiti di almeno 8 persone
                • Quota a persona: da € 50
                • Bus dalla località di partenza del gruppo (entro i 200 km) – guida – pranzo tipico in ristorante – assicurazioni e copertura e Rct

                Pacchetto per gruppi precostituiti di almeno 20 partecipanti

                Qualora non fossero indicati nell'articolo
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                verranno comunicati
                in base al programma richiesto e al numero di partecipanti e comprenderà:

                Bus dalla località di partenza del gruppo (entro i 200 km)
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                  LE GRANDI DONNE DELLA STORIA – MATILDE DI CANOSSA

                  LE GRANDI DONNE DELLA STORIA – MATILDE DI CANOSSA

                  LE GRANDI DONNE DELLA STORIA – MATILDE DI CANOSSA

                  E’ il percorso che illustra Mantova ed il suo territorio in epoca medioevale, tra fede e cultura, un tracciato delineato dalla importante figura della Contessa Matilde di Canossa, chiamata la Grancontessa, che dominerà la scena politica per oltre 40 anni sulle terre da lei ereditate dal padre, Bonifacio, e dalla madre, Beatrice di Lorena, tenendo fra le mani il destino di due imperi.
                  • 1° giorno

                  Arrivo in agriturismo sito nella zona tra Mantova e Porto Mantovano. Cena con i sorprendenti piatti della tradizione mantovana e pernottamento.

                  • 2° giorno

                  Dopo la colazione, raggiungiamo l’attracco della motonave che ci porterà da Mantova a San Benedetto Po. Dal molo di partenza si ha una spettacolare visione dello skyline della città. Attraversando una zona di grande interesse naturalistico arriveremo a San Benedetto Po, sede della millenaria abbazia benedettina del Polirone, dove Matilde fu sepolta. All’imponente complesso monastico lavorarono grandi maestri, tra cui Giulio Romano. Attualmente ospita anche un importante museo della cultura e della civiltà contadina. Pranzo in agriturismo. Nel pomeriggio visita dell’abbazia, dei chiostri e del museo. Rientro in agriturismo. Cena e pernottamento.

                  • 3° giorno

                  Dopo colazione raggiungiamo Mantova. Faremo una visita guidata del centro storico: sono numerosi i palazzi, i musei, le chiese e i luoghi di interesse da visitare in questa piccola, ma piacevolissima città, dichiarata, insieme a Sabbioneta, patrimonio UNESCO. Al termine della visita ci recheremo alla Dispensa Contadina, dove troveremo in vendita prodotti del territorio, frutto di antichi saperi e di tecniche di produzione consolidate nel tempo, patrimonio collettivo di famiglie agricole e di comunità locali.

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                    L’OLTREPO’ MANTOVANO

                    L’OLTREPO’ MANTOVANO

                    L’OLTREPO’ MANTOVANO

                    L’Oltrepò Mantovano, un paesaggio in cui l’operosità dell’uomo si fonde con la tranquillità della natura, dove i suoni della vita produttiva si perdono nei silenzi dell’aperta campagna. Un viaggio nel luogo in cui la cucina è stata definita di prìncipi e di popolo.

                    1° giorno
                    Arrivo in agriturismo sito nella zona tra Bagnolo e Suzzara. Cena con i sorprendenti piatti della tradizione mantovana e pernottamento.

                    2° giorno
                    Dopo la colazione, ci dirigeremo a San Benedetto Po, dove noleggeremo le bici. Accompagnati da una guida cicloturistica, dedicheremo la mattina alla scoperta del territorio, salendo su argini e arginelli: qui muoversi in bicicletta è un vero piacere. Pranzo in agriturismo. Nel pomeriggio visita di San Benedetto Po, con il magnifico complesso del Polirone, che comprende la maestosa abbazia
                    e il monastero e che ospita un importante museo della cultura e della civiltà contadina. Rientro in agriturismo. Cena e pernottamento.

                    3° giorno
                    Dopo colazione raggiungiamo Mantova. Faremo una visita guidata del centro storico: sono numerosi i palazzi, i musei, le chiese e i luoghi di interesse da visitare in questa piccola, ma piacevolissima città, dichiarata, insieme a Sabbioneta, patrimonio UNESCO. Pranzo libero
                    La giornata si concluderà con la Dispensa Contadina, dove troveremo in vendita prodotti del territorio, frutto di antichi saperi e di tecniche di produzione consolidate nel tempo, patrimonio collettivo di famiglie agricole e di comunità locali.

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                      LA CITTA’ GIARDINO E IL SUO SACRO MONTE

                      LA CITTA’ GIARDINO E IL SUO SACRO MONTE

                      LA CITTA’ GIARDINO E IL SUO SACRO MONTE

                      • Partenza in mattinata presto dalla località prescelta.
                      • Arrivo a Varese ed incontro con la guida per la visita del Palazzo Estense, i suoi giardini e visita guidata di Villa Panza. Al termine della visita trasferimento a piedi verso il centro della città.
                      • Pranzo compreso.
                      • Nel primo pomeriggio partenza per il Sacro Monte, visita guidata delle 14 Cappelle.*
                      • Al termine della visita rientro a Varese per il viaggio di ritorno.

                      Documento richiesto: carta d’identità valida.

                      Questo itinerario può essere adattato alle esigenze del gruppo sia in termini di servizi che di durata.

                      *per chi non volesse percorrere il tragitto a piedi è possibile usufruire della funicolare.

                      Il Sacro Monte di Varese

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                        Percorso religioso della Valtellina

                        Percorso religioso della Valtellina

                        Percorso religioso della Valtellina

                        Una valorizzazione territoriale che passa fra cinque Provincie Brescia, Bergamo, Sondrio, Como e Lecco, tra due Nazioni Italia e Svizzera, tra due Siti Patrimonio Mondiale Unesco Il Parco delle Incisioni Rupestri della Valle Camonica e il percorso del Trenino Rosso del Bernina tra due Parchi Nazionali, quello dello Stelvio e il Parco Nazionale Svizzero, creando un’interazione tra siti religiosi e una presentazione dei beni culturali, naturalistici, enogastronomici dei territori presi in considerazione.

                        I percorsi che intendiamo proporre, con esclusivi pacchetti, vogliono dare una nuova valenza al concetto di bene religioso e culturale, creando offerte mirate che valorizzano l’intero contesto territoriale delle nostre Valli, con la finalità di cogliere tutti gli aspetti tipici ed esclusivi che, ad oggi, sono ancora poco conosciuti e poco proposti al mercato religioso nazionale ed internazionale.

                        Le nostre offerte saranno articolate sul tema degli edifici dedicati alla Madonna, in particolare, ripercorrono la storia e i conflitti religiosi che hanno coinvolto i territori legati al dominio Grigione svizzero

                        • Periodo proposto: TUTTO L’ANNO (ad esclusione del Santo Natale e Pasqua) 90% 90%

                        Programma religioso proposto

                         1º giorno
                        Verso la Valcamonica: il bello e il sublime dell’arte sacra

                        Arrivo nella tarda mattina con Vs. pullman al Passo Aprica percorrendo il Lago d’Iseo e la Valcamonica. Visita al Santuario di Maria Ausiliatrice e alla Chiesa di San Pietro.
                        Pranzo. Brevi momenti di relax. Proseguimento per Tirano.
                        Visita guidata con degustazione presso la Tenuta La Gatta, prestigiosa sede storica della casa vinicola Triacca situata negli spazi di un ex convento domenicano del 1500. Dopo la passeggiata tra i vigneti terrazzati e la visita alle cantine della tenuta la Gatta, seguirà una degustazione guidata dei vini valtellinesi della cantina.
                        Proseguimento della visita al Museo Etnografico Tiranese.
                        Presentazione e visita al Santuario della Madonna
                        Sistemazione in hotel riservato. Cena e pernottamento.

                        2º giorno
                        Il cuore della Valtellina e devozione lungo la Via Priula

                        Dopo la prima colazione, funzione religiosa presso il Santuario della Madonna di Tirano. Proseguimento per Grosotto. Visita al Santuario della Beata Vergine delle Grazie e a Grosio della Chiesa di s. Giorgio.
                        Pranzo in tipico ristorante con spuntino del contadino.
                        Nel pomeriggio partenza per Tresivio visita al Santuario della Santa Casa di Loreto.
                        Al termine proseguimento per Sondrio visita al Santuario della Sassella.
                        In serata rientro in Hotel. Cena tipica valtellinese. Pernottamento.

                        3º giorno
                        I Grigioni e la val Bregaglia

                        Dopo la prima colazione incontro con la ns. guida. Disbrigo formalità doganali. Partenza per il Passo del Bernina/St.Moritz con il Trenino Rosso del Bernina, Patrimonio Mondiale Unesco.
                        Arrivo a St.Moritz. Incontro con Vs. pullman. Visita alla Chiesa di st. Mauritius o di S. Karl o Visita al Museo Segantini.
                        Pranzo in raffinato ristorante nella centralissima Sonne Platz.
                        Nel pomeriggio proseguimento per il  Passo Maloja , attraverso la Val Bregaglia, e arrivo a Chiavenna.
                        Visita al Santuario Apparizione di Maria Vergine di Gallivaggio nel centro storico.
                        Sistemazione in Hotel riservato.  Cena in un tipico crotto della Valchiavenna. Pernottamento.

                        4º giorno
                        Arte e fede sacra lungo la Via Regina e la Via Francisca

                        Dopo la prima colazione partenza con Vs pullman lungo la Via Regina per il Lago di Como con sosta a Domaso. Visita al Santuario della Madonna di Livio.
                        Proseguimento con sosta a Gravedona presso il Santuario Santa Maria del Tiglio.
                        Pranzo lungo le rive del Lago a Tremezzo.
                        Possibilità di visitare Villa Carlotta.
                        Nel pomeriggio partenza, sempre lungo la Via Regina, con sosta a Ossuccio presso il Santuario della Beata Vergine del Soccorso.
                        Arrivo a Como, sede della Diocesi, possibilità di visita alla Cattedrale Assunzione della Beata Vergine Maria. Fine dei servizi.

                        I luoghi di culto
                        inseriti nelle nostre proposte

                        • Santuario di Maria Ausiliatrice di Aprica
                          Iniziato nel 1995, è stato consacrato dal vescovo diocesano mons. Alessandro Maggiolini il 30 maggio 1999. Il Tempio sorge accanto all’antica chiesa parrocchiale di San Pietro, modernissimo e funzionale, consta di un pronao che funge anche da battistero e di un’ampia aula.
                        • ll Santuario della Beata Vergine Madonna di Tirano.
                          Sorge al centro di uno storico crocevia, in fianco alla S.S. 38, sul Iuogo dove la Vergine apparve, il 29 settembre 1504. ll Santuario, a tre navate a croce latina, è il più bell’esempio di Rinascimento in Valtellina.
                        • Il Santuario della Beata Vergine delle Grazie di Grosotto e la Chiesa di San Giorgio a Grosio
                          Ben visibile dalla strada che attraversa il paese, è il primo santuario mariano in terra valtellinese. L’edificio fu eretto in ringraziamento alla Madonna per lo scampato pericolo del borgo minacciato dai Grigioni nel 1487. La Chiesa di San Giorgio di Grosio risale forse al Xlll sec. ed è menzionato in un documento del 1252.
                        • ll Santuario della Santa Casa di Loreto a Tresivio
                          Sorge a Treviso paese di antichissime origini, forse etrusche, punto di riferimento per tutta la Valle. La struttura architettonica è inusuale, costituita da un ampia voltata a botte. Il singolare tempio mariano è imponente e si presenta come un grande scrigno, ben visibile anche da lontano, a custodia e protezione di un altro edificio interno: La Santa Casa di Nazareth , in cui è conservata la Madonna Nera.
                        • Il Santuario della Sassella a Sondrio
                          Il santuario sorge su un dosso roccioso presso Sondrio, vicino alla strada statale. Secondo la tradizione, fu fondato in età medievale (nel 932) L’edificio attuale è però databile intorno al XV secolo.
                        • Santuario Apparizione di Maria Vergine di Gallivaggio o Madre della Misericordia di San Giacomo Filippo
                          Si trova lungo la strada statale per lo Spluga, è stata costruita nel luogo dove, come vuole la tradizione, apparve miracolosamente la Madonna a due ragazze nell’ottobre del 1492.
                        • Abazzia di Piona
                          La storia di Piona mette radici nel 610 d.C., quando sulla penisola venne fondato un oratorio dedicato a Santa Giustina. Fu consacrata nel 1138 accanto ai resti di un altro edificio romanico.

                        Il cuore della Valtellina
                        Un percorso nei paesi e monumenti protagonisti della storia della Valtellina, con una stratificazione secolare di forme artistiche, culturali, di costume e di tradizioni che vanno dal Romantico al Barocco.

                        La Via Francisca
                        È un tratto dell’antica via Regina che parte da Sorico e giunge in Valchiavenna oltrepassando lo spartiacque tra la provincia di Como e quella di Sondrio. La sua origine è legata a quella della strada romana chiamata antica via Regina essendo una prosecuzione naturale della direttrice principale di essa.

                        La Via Priula
                        È un percorso escursionistico di elevato valore storico. Esso segue da vicino il tracciato dell’antica strada commerciale realizzata nel 1593 per collegare la Pianura Padana con la Valtellina.

                        Val Bregaglia, una valle, due Nazioni
                        La Bregaglia è una valle di confine situata a cavallo della frontiera tra Svizzera e Italia. In passato, e ancora oggi, la Val Bregaglia si presenta come luogo di passaggio che ha consentito una reciproca contaminazione culturale, politica e religiosa tra la comunità italiana e svizzera.

                        Pacchetto per gruppi precostituiti di almeno 20 partecipanti

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                          I LUOGHI DELLA FEDE IN LOMBARDIA

                          I LUOGHI DELLA FEDE IN LOMBARDIA

                          I LUOGHI DELLA FEDE IN LOMBARDIA

                          La Lombardia, ricca di luoghi spirituali, abitati da arte e natura, ha molto da offrire al turismo religioso.
                          In Lombardia il senso più autentico della tradizione religiosa lo troviamo scegliendo di farci pellegrini e conoscere quelle che sono anche le rigide regole di vita degli ordini religiosi.
                          Un turismo spirituale che rivive ai ritmi dei secoli passati, rinunciando all’inutile lusso e facendosi “povero”, ma “ricco” di scoperte dal punto di vista culturale, enogastronomico e paesaggistico.

                          La Certosa di Pavia, incantevole edificio di origine tardo quattrocentesca nel quale ritrovare la pace interiore con gli esercizi spirituali.
                          Il Convento di Baccanello a Calusco d’Adda, dove molti si ritrovano per coltivare la propria vocazione al sacerdozio o al noviziato.
                          Da Milano è facile raggiungere la secolare Abbazia di Morimondo in una splendida posizione all’interno del Parco del Ticino.
                          Sul Lago Maggiore, in provincia di Varese, c’è invece l’Eremo di Santa Caterina del Sasso, immerso in un panorama da cartolina. È stato costruito come una terrazza sull’acqua ed è raggiungibile sia con i mezzi nautici, sia attraverso la suggestiva scalinata a strapiombo.
                          La Valle dell’Adda può invece essere ammirata dalla cima della collina su cui sorge il Santuario della Madonna del Bosco, nel lecchese, un luogo molto caro alla devozione locale.
                          Non solo sobrie mense e giacigli essenziali: l’accoglienza religiosa in Lombardia passa anche da momenti di pura delizia, come nel caso dei liquori distillati nei monasteri. Qui, gli amanti di un buon bicchiere troveranno sicuramente l’essenza giusta.
                          Tra i luoghi più significativi in questo senso, il Priorato di Piona, l’antichissima struttura adiacente la Chiesa di San Nicola che sorge sulle sponde comasche di Colico. Che sia un digestivo, un liquore o un infuso, i monaci di Colico hanno una ricetta per ogni esigenza.
                          E altrettanto può dirsi per l’Abbazia di Chiaravalle, alle porte di Milano, che fu costruita tra il 1135 e il 1221, per il volere dell’abate Bernardo di Chiaravalle.
                          Questo antichissimo luogo di culto dà la possibilità di interessanti visite tematiche alla scoperta della suggestiva struttura medievale e degli originali liquori prodotti da frati, come il mitico Centerbe, miscela “esplosiva” di innumerevoli radici e piante, e le delicate caramelle balsamiche, un toccasana per raffreddori e malanni di stagione.
                          Senza dimenticare un’altra tradizione dei monasteri cistercensi, le Gocce Imperiali, un distillato d’erbe che raggiunge una gradazione alcolica di 90 gradi, e che spesso si usa sia come bevanda dissetante, ovviamente diluita in acqua, sia come rimedio per piccole infiammazioni, come quelle delle gengive e dei denti.

                          Lasciati dunque i banchi delle tante abbazie lombarde, ci rimettiamo in cammino seguendo il percorso di fede più antico d’Europa: la Via Francigena. La strada che collegava Canterbury a Roma si dirama per diverse centinaia di chilometri nel territorio lombardo, partendo da Palestro e passando per Pavia e Lodi, dunque toccando quella Lombardia autentica dove il panorama si tinge dei colori tenui delle risaie e si costella di piccole e grandi cascine. Dal Santuario della Madonna della Bozzola di Garlasco, passando per l’antica Senna Lodigiana, dove i ciclisti troveranno la loro dimensione ideale, la “Lombardia Francigena” ripercorre i luoghi della fede attraverso le strade della tradizione, in un connubio ben riuscito di religiosità, cultura, accoglienza e senso di appartenenza.

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