Musei a Bergamo

Musei a Bergamo

Musei a Bergamo

Una lunga storia per valorizzare patrimonio d’arte e storia

Raccogliere e ordinare, oltre alle iscrizioni, “gli antichi pezzi di bronzo e marmo dispersi e sepolti per formare un conveniente Museo”.
Questo l’incarico dato dalla città, nel lontano 1743, ad alcuni studiosi perché sorgesse a Bergamo il primo museo.
Quest’ultimo ebbe una sede adeguata solo più tardi nell’edificio ricavato da un portico sopra la caratteristica cisterna costruita in epoca viscontea vicino all’abside della basilica di Santa Maria Maggiore.

Il primo museo a Bergamo risale quindi ad oltre 250 anni or sono e, non a caso, l’obiettivo era di documentare la storia cittadina sottraendo resti e testimonianze del passato alla dispersione.
Ed è significativo che un secolo prima, verso la metà del ‘500, c’era già stato un tentativo di raccogliere antiche lapidi sotto il palazzo della Ragione, in piazza Vecchia.
Si potrebbe pensare che, con questi precedenti, il Museo archeologico sia la più importante istituzione museale a Bergamo.

Non è così perché – e sicuramente molti turisti già ne sono a conoscenza – il museo di maggior fama a Bergamo è la Pinacoteca dell’Accademia Carrara con la sua prestigiosa raccolta di dipinti.
Fu il conte Giacomo Carrara a dar vita alla scuola di pittura e alla collezione di capolavori che hanno reso celebre Bergamo in tutto il mondo.
Tra questi, oltre a una vasta testimonianza dei secolari rapporti tra il mondo artistico bergamasco e veneziano, troviamo opere di grandi artisti come Mantegna, Lotto, Moroni, Bellini, Raffaello, Tiziano, Botticelli, Rubens e Durer.
Il conte Carrara destinò tutti i suoi beni per la realizzazione del palazzo, in stile neoclassico, che fu inaugurato nel 1810 nell’antico borgo di san Tommaso. Attualmente la pinacoteca, dove è in corso un impegnativo intervento di restauro e di valorizzazione della struttura, non è accessibile al pubblico, ma una significativa rassegna di opere è allestita nella sala delle Capriate, al palazzo della Ragione.

Proprio di fronte all’Accademia Carrara si trova la sede della GAMeC-Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea che, oltre a disporre di una collezione permanente di oltre trecento opere di artisti del Novecento, svolge un programma di iniziative culturali d’ampio respiro. Inaugurata nel 1991, la GAMeC organizza mostre ed eventi di grande richiamo, dando vita al tempo stesso a numerose attività didattiche.

Non molto lontano il borgo di Pignolo il bel palazzo Bassi-Rathgeb ospita il Museo Diocesano d’arte sacra intitolato al Vescovo di Bergamo Adriano Bernareggi che era andato raccogliendo opere d’arte, immagini di culto, sculture, oggetti di uso liturgico.

Gli altri musei cittadini sono tutti collocati a Bergamo alta. Nel complesso visconteo della Cittadella sono situati il Museo Civico di Scienze Naturali e il Museo Archelogico, entrambi di grande interesse non solo per gli studiosi ma anche per i semplici visitatori. Il primo, in particolare, è noto per la presenza del fossile del più antico rettile volante

Nell’ex monastero di San Francesco, in piazza mercato del Fieno, si trova il Museo della Città, che documenta le vicende cittadine dalle origini; nel complesso della Rocca, in particolare, è allestito il Museo Storico con particolare riferimento al Risorgimento e alla figura di Giuseppe Garibaldi.

Infine, il palazzo della Misericordia Maggiore, in via Arena, ospita il Museo Donizettiano, ricco di cimeli e di testimonianze del grande compositore, autore, tra l’altro, delle immortali melodie della Lucia di Lammermoor.

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I LUOGHI DELLA FEDE IN LOMBARDIA

I LUOGHI DELLA FEDE IN LOMBARDIA

I LUOGHI DELLA FEDE IN LOMBARDIA

La Lombardia, ricca di luoghi spirituali, abitati da arte e natura, ha molto da offrire al turismo religioso.
In Lombardia il senso più autentico della tradizione religiosa lo troviamo scegliendo di farci pellegrini e conoscere quelle che sono anche le rigide regole di vita degli ordini religiosi.
Un turismo spirituale che rivive ai ritmi dei secoli passati, rinunciando all’inutile lusso e facendosi “povero”, ma “ricco” di scoperte dal punto di vista culturale, enogastronomico e paesaggistico.

La Certosa di Pavia, incantevole edificio di origine tardo quattrocentesca nel quale ritrovare la pace interiore con gli esercizi spirituali.
Il Convento di Baccanello a Calusco d’Adda, dove molti si ritrovano per coltivare la propria vocazione al sacerdozio o al noviziato.
Da Milano è facile raggiungere la secolare Abbazia di Morimondo in una splendida posizione all’interno del Parco del Ticino.
Sul Lago Maggiore, in provincia di Varese, c’è invece l’Eremo di Santa Caterina del Sasso, immerso in un panorama da cartolina. È stato costruito come una terrazza sull’acqua ed è raggiungibile sia con i mezzi nautici, sia attraverso la suggestiva scalinata a strapiombo.
La Valle dell’Adda può invece essere ammirata dalla cima della collina su cui sorge il Santuario della Madonna del Bosco, nel lecchese, un luogo molto caro alla devozione locale.
Non solo sobrie mense e giacigli essenziali: l’accoglienza religiosa in Lombardia passa anche da momenti di pura delizia, come nel caso dei liquori distillati nei monasteri. Qui, gli amanti di un buon bicchiere troveranno sicuramente l’essenza giusta.
Tra i luoghi più significativi in questo senso, il Priorato di Piona, l’antichissima struttura adiacente la Chiesa di San Nicola che sorge sulle sponde comasche di Colico. Che sia un digestivo, un liquore o un infuso, i monaci di Colico hanno una ricetta per ogni esigenza.
E altrettanto può dirsi per l’Abbazia di Chiaravalle, alle porte di Milano, che fu costruita tra il 1135 e il 1221, per il volere dell’abate Bernardo di Chiaravalle.
Questo antichissimo luogo di culto dà la possibilità di interessanti visite tematiche alla scoperta della suggestiva struttura medievale e degli originali liquori prodotti da frati, come il mitico Centerbe, miscela “esplosiva” di innumerevoli radici e piante, e le delicate caramelle balsamiche, un toccasana per raffreddori e malanni di stagione.
Senza dimenticare un’altra tradizione dei monasteri cistercensi, le Gocce Imperiali, un distillato d’erbe che raggiunge una gradazione alcolica di 90 gradi, e che spesso si usa sia come bevanda dissetante, ovviamente diluita in acqua, sia come rimedio per piccole infiammazioni, come quelle delle gengive e dei denti.

Lasciati dunque i banchi delle tante abbazie lombarde, ci rimettiamo in cammino seguendo il percorso di fede più antico d’Europa: la Via Francigena. La strada che collegava Canterbury a Roma si dirama per diverse centinaia di chilometri nel territorio lombardo, partendo da Palestro e passando per Pavia e Lodi, dunque toccando quella Lombardia autentica dove il panorama si tinge dei colori tenui delle risaie e si costella di piccole e grandi cascine. Dal Santuario della Madonna della Bozzola di Garlasco, passando per l’antica Senna Lodigiana, dove i ciclisti troveranno la loro dimensione ideale, la “Lombardia Francigena” ripercorre i luoghi della fede attraverso le strade della tradizione, in un connubio ben riuscito di religiosità, cultura, accoglienza e senso di appartenenza.

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IL LAGO DI COMO

IL LAGO DI COMO

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Lecco – Onno – Asso – Bellagio – Como • Cadenabbia – Varenna – Lecco 

Itinerario piuttosto breve ma ricchissimo di cose da vedere, entro la stupenda cornice di uno dei più suggestivi laghi italiani.
Da Lecco si costeggia la sponda occidentale del lago, salendo poi, con belle viste sui dirupi delle Grigne, per la Valbrona alla Valassina e al valico dcl Ghisallo. 
Discesi su Bellagio, si costeggia interamente il ramo occidentale del Lario, chiuso tra coste dirupate di cupa bellezza.
Il tratto da Corno a Menaggio si svolge sulla via Regina quasi interamente fra ville e giardini; il traghetto taglia il centro lago con viste stupende sul suo spettacoloso scenario.
Da Varenna a Lecco il percorso sulla Statale 36, meno suggestivo di quello della via Regina, è in compenso più agevole.
L’itinerario offre moltissime possibilità di escursioni; ne citiamo alcune, condizionate naturalmente al tempo disponibile. 

  • Cosa c’è da vedere?

A Lecco chi ha particolari interessi storici e letterari può visitare la settecentesca villa Manzoni e i due musei cittadini. Consigliabile l’escursione (circa 2 ore) ai Piani Resinelli e al M. Coltignone per l’eccezionale vista sul lago. Altra interessantissima escursione, ma faticosa e che richiede mezza giornata, è quella al complesso romanico di S. Pietro al .Monte di Civate.

Dopo Lasnigo notare sull’alto a sinistra il bel campanile romanico della. chiesa di S. Alessandro. Sopra Magreglio è la chiesetta della Madonna del Ghisalio. cara ai ciclisti. Di qui è consigliabile una puntata in auto al parco Monte S. Primo per godere l’eccezionale panorama.

A Civenna sostare un momento sul piazzaletto del belvedere delle Grigne subito fuori dal paese: un altro bel punto di vista si ha dal belvedere Makallè dopo Cucilo.

A Bellagio non si trascuri di visitare le due magnifiche ville Melzi e Serbelloni con i loro superbi parchi.

Nella frazione Villa di Lézzeno può valer la pena di portarsi in barca alla grotta dei Bulberi, nota per i bellissimi effetti di colore.

A Nesso è visibile dalla strada l’orrido con la bella cascata che vi precipita. A Torno è famosa la villa Pliniana, con la sua cascata intermittente.

La visita di Como si può ridurre al Duomo e al Broletto, al Lungolario ove sorge il Tempio Voltiano e a S. Abbondio, avendo tempo alla villa Olmo e al suo parco.

A Cernobbio dare un’occhiata al parco di villa Este. Chi volesse osservare il lago da un punto elevato può salire (km 16.) al M. Bisbino.
All’altezza dell’isola Comacina, che è raggiungibile in barca in pochi minuti, notare il caratteristico campanile della chiesa di Ossuccio.

A Lenno, a lato della parrocchiale, è un Battistero del sec. XI.
Sulla strada che da Azzano sale a Giulino, presso ii cancello al n. 14 una croce ricorda come qui vennero fucilati nel 1945 Mussolini e la Petacci.

A Tremezzo la celebre villa Carlotta e il suo parco sono mete d’obbligo d’ogni gita sul lago.

A Varenna interessante è .la visita alla villa Monastero; escursione consigliata è quella al soprastante castello di Vezio, in magnifico panorama.

Prima di Lecco il caratteristico borgo di Mandello Lario, ai piedi delle Grigne, merita una sosta.

  • Curiosità

A Fiumelatte sorga quello che è considerato il più breve fiume d’Italia, in realtà un impetuoso torrente lungo soltanto 250 metri.
Ricordato da Leonardo nel suo Codice Atlantico, sgorga bianco di schiuma da una grotta poco oltre la ferrovia; è dovuto ad un fenomeno di risorgenza carsica che si verifica dalla primavera all’autunno.

Particolarmente ricche le botteghe sul lungolago di Bellagio (pizzi, scialli, oggetti in legno d’olivo).

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CORNELLO DEI TASSO, GIOIELLO VIETATO ALLE AUTO

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Al fresco tra boschi e colline, Cornello dei Tasso è un borgo medievale rimasto intatto a cui si arriva solo attraverso una mulattiera, l’antica Via Mercatorum.

Qui ebbe origine la casata che oltre a “partorire” il poeta Torquato, inventò nel 1460 il servizio postale,  un museo ne racchiude la memoria

 A circa 70 chilometri da Milano e a una trentina da Bergamo, c’è un paese che pochi conoscono. È Cornello dei Tasso, un minuscolo borgo abbarbicato su uno sperone di roccia, a picco sul fiume Brembo. Qui il clima è piacevolissimo – siamo in collina e in mezzo ai boschi – e anche l’aria è buona: le macchine non possono circolare e al borgo vi si arriva solo a piedi, percorrendo un sentiero nel verde. Già la passeggiata è un pezzetto di storia: la mulattiera è infatti un tratto dell’antica Via Mercatorum, che fino al Seicento collegava Bergamo con la Valtellina. Da allora, il paese è rimasto in un isolamento sospeso, che ha fatto sì che arrivasse praticamente intatto fino a oggi. Il tessuto urbanistico si divide in quattro livelli: più in basso ci sono le costruzioni direttamente sul fiume, al secondo livello c’è la via porticata, un’autentica meraviglia realizzata in pietra e con il soffitto in legno. Qui si affacciano quelle che un tempo erano le botteghe le scuderie, ed era il centro commerciale del borgo. Al terzo livello ci sono le case dei notabili, con diverse dimore di pregio, mentre in cima svetta il “palazzo dei Tasso”, da poco recuperato, che aveva la funzione di guardia verso valle.

Cornello dei Tasso: già il nome del luogo lascia intendere che da queste parti ha avuto origine una delle più grandi dinastie del Medioevo, quella dei Tasso, che ha dato i natali a letterati come Bernardo e suo figlio Torquato (sì, proprio quello della Gerusalemme Liberata) e a nobili come i tedeschi Thurn und Taxis.


Cosa vedere a Cornello dei Tasso. Proprio in alto, a dominare l’intero paese e la valle, c’è la chiesa dei SS.Cornelio e Cipriano. Costruita nel XII secolo, ha un campanile con aperture a bifore, tra i pochissimi esempi di stile romanico in Valle Brembana. Ma è all’interno che sono conservati i principali tesori: un ciclo di affreschi riportato alla luce dopo il restauro del secolo scorso; il più bello e originale  è il Miracolo di Sant’Eligio (della seconda metà del XV secolo), il patrono dei maniscalchi, dove sono raffigurati costumi e attrezzi da lavoro dell’epoca. Lo stemma del casato dei Tasso è ben visibile sulla cornice della pala con la Crocifissione, del 1635.

Cosa fare a Cornello dei Tasso. Letterati, poeti, principi… i Tasso occuparono posizioni di prestigio in tutta Europa. Pochi, però, sanno che i Tasso furono i fondatori del servizio postale. A partire dal 1460, alcuni esponenti del casato furono incaricati di organizzare le poste pontificie; altri Tasso, nel frattempo, creavano il sistema di comunicazioni postali nel Tirolo; così, fino XVI secolo, l’attiva famiglia gestì una fittissima rete di collegamenti nell’intera Europa. A questa avventura è dedicato il Museo dei Tasso e della Storia Postale (fino a giugno aperto solo nei fine settimana, da luglio dal martedì alla domenica, ingresso gratuito):  suddiviso in quattro spazi espositivi, conserva molti documenti originali della casata. Tra i reperti, spicca una lettera del 1840 affrancata con il primo francobollo emesso al mondo, il Penny Black
.

Cosa mangiare a Cornello dei Tasso. Siamo in Alta Val Brembana, terra di formaggi per eccellenza. Il più tipico è il Formai de mut, ma si producono anche Branzi e Taleggio. Non si può passare da questa parti senza assaggiare i casonséi, ravioli fatti in casa con ripieno a base di pangrattato, formaggio, uovo, aglio e prezzemolo, e conditi con burro e salvia, e l’immancabile polenta, che qui preparano “cunsada”, cioè tagliata a pezzetti e condita con taleggio fresco, panna, burro e salvia.

fonte: INK

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DAL LAGO D’ISEO ALLA VALLE SERIANA

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Il Lago d’Iseo, le Valli Camonica e la Valle Seriana

Il lago d’Iseo e la bassa val Camonica costituiscono una bellissima zona turistica non da tutti conosciuta.

L’itinerario percorre da Sarnico la spettacolare costa occidentale del lago con numerose gallerie, toccando caratteristiche località.
Domina il paesaggio del lago la grande massa del Monte Isola, la più grande isola di lago italiane.
A Lovere si taglia lo sbocco della val Camonica per raggiungere Pisogne e seguire poi la strada sulla sponda orientale dell’Oglio, stretta ma meno congestionata e più varia della Statale. Oltrepassato Darfo, si supera lo sperone che chiude la valle Cividate Camuno, e si scende a Breno.
Il paesaggio muta e si fa quasi dolomitico sotto la Concarena, che domina maestosa su Capo di Ponte, la località più interessante della val Camonica.
Si ritorna per la Statale, e a Boario Terme si devia per la val di Scalve, chiusa in una stretta impressionante vallata denominata Via Mala.
La strada si eleva sul gradino roccioso fino a raggiungere il passo della Presolana, ove il paesaggio muta del tutto; attraverso ridenti paesi montani e belle pinete si scende dolcemente a Clusone e, per la industriosa e popolata val Seriana, a Bergamo.
A Sarnico è caratteristico il vecchio nucleo con il quattrocentesco oratorio di S. Paolo e il bel lungolago.
Sostare a Tavérnola Bergamasca per un giro nell’abitato dalle belle case a loggiati; in alto presso il cimitero, c’è la quattrocentesca chiesa di S. Pietro, con affreschi. Da Tavérnola si consiglia la gita ai pittoreschi abitati di Monte Isola, scendendo col traghetto a Siviano, da dove si può salire alla Madonna della Ceriola a godere il bel panorama.
Arrivati a Riva di Solto non può mancare una passeggiata lungo il lago e una capatina a Fonteno.
A Riva di Solto fa seguito un tratto pittoresco della litoranea intagliata nelle rocce a strapiombo su piccole calette.
A Lovere meritano una visita la chiesa gotico-rinascimentale di S. Maria in Valvendra e le pregevoli raccolte del Museo Tadini.
Pisogne vanta importanti affreschi del Romanino nella chiesa della Madonna della Neve.
Anche a Montecchio, dopo Darfo, la chiesa dell’Oratorio, presso il caratteristico ponte in pietra sull’Oglio, è ornata di buoni affreschi della scuola di Giovan Pietro da Cemmo.
A Breno, visitata la gotica chiesa di S. Antonio, si può fare una passeggiata ai resti del castello, oppure salire alla chiesetta di S. Valentino, anch’essa con pregevoli affreschi e dipinti di scuola bresciana.
Capo di Ponte è il capoluogo storico della val Camonica; si consiglia una visita al parco delle incisioni rupestri, e non si tralasci una visita alle due bellissime chiese romaniche di S. Siro e S. Salvatore. Le incisioni rupestri della val Camonica sono la testimonianza più stupefacente di un’arte primitiva durata 25 secoli. La sola roccia di Naquane presso l’Antiquarium nel Parco delle Incisioni Rupestri di Capo di Ponte conserva circa 900 graffiti, dai più elementari risalenti al 1° periodo (2200 a.C.) ai più veristi dell’età del ferro (1000 a.C.).
A Boario vale la pena soffermarsi nel bel parco delle Fonti per poi inoltrarsi nella Via Mala, che, con i suoi orridi conduce al piccolo Paese di Dezzo Val di Scalve
Valicato il passo della Presolana, da Bratto avendo tempo si può raggiungere (km 8) la Malga Alta di Pora, e a piedi il crinale di Monte Pora, che offre un magnifico panorama sul bacino del lago d’Iseo.
A Clusone meritano una visita la parrocchiale di S. Maria Assunta e l’oratorio dei Disciplini.
Disponendo di tempo, da Casnigo si salga a Gandino, ove è la bella chiesa di S. Maria Assunta e scendendo a valle si incontra Alzano Lombardo con la sua basilica e le opere lignee di Andrea Fantoni.

Bergamo merita un apposito viaggio; ma anche se si ha fretta, non si può lasciare la città senza una capatina alla città Alta e ai monumenti della piazza Vecchia e della piazza del Duomo.

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VALLE CAMONICA, LA VALLE DEI SEGNI

VALLE CAMONICA, LA VALLE DEI SEGNI

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La Valle Camonica, un territorio sorprendente, ricco e generoso, dalla natura con le sue montagne e se i boschi verdissimi e i pascoli, ai caratteristici borghi ricchi di storia, dalle tracce degli antichi Camuni fino agli itinerari di fede, dalle tradizioni popolari alle gustose delizie dei suoi prodotti tipici.

La Valle Camonica è una delle più estese vallate prealpine ed è facilmente raggiungibile dalle principali città lombarde.
È universalmente conosciuta per il suo inestimabile patrimonio di incisioni rupestri di origine preistorica (conservate e tutelate nel Sito UNESCO n.94), ma è un territorio che racchiude in se tante anime.
Percorreremo insieme la Valle Camonica alla ricerca dei segni che la caratterizzano, segni della storia, segni lasciati nell’arte, impressi nella roccia, scolpiti nel legno, sapori e odori in natura e tradizioni custoditi con cura e amore, segni di fede e di slancio verso il futuro, segni disegnati sulla neve, segni della salute …

Benvenuti in Valle Camonica, la valle dei segni.

La Valle Camonica è una terra poliedrica, un diamante con mille facce e riflessi, uno scrigno dai mille tesori.
Difficile fare un elenco, lasciamoci trasportare dalle emozioni, parafrasando una celebre frase si può dire che “da queste montagne 100 secoli di storia ci stanno guardando”.
Tesoro dei tesori, vera perla nelle Alpi, sono le aree nelle quali l’uomo preistorico ha inciso nella roccia il suo mondo e la sua spiritualità, stiamo parlando delle Incisioni Rupestri.
L’estensione delle rocce istoriate e la loro varietà ne fanno il sito più importanti a livello europeo e mondiale. La sua fama è testimoniata da l’inclusione nella lista del patrimonio mondiale UNESCO, per la precisione sito UNESCO numero 94, primo sito riconosciuto in Italia, un primato di cui camuni vanno giustamente fieri.
L’area sulla quale si stendono le incisioni è vastissima e comprende ben 7 riserve sparse tra Capo di Ponte, la capitale delle incisioni, Cimbergo, Paspardo, Darfo Boario e Sonico.
Un patrimonio unico, incredibile, emozionante, che copre bene 10 millenni di storia.
In continuità storiche e temporale con gli abili incisori delle rocce ecco i Romani.
Anche la valle conobbe il dominio e l’opulenza romana, ben testimoniata dall’area archeologica di Cividate Camuno, la “civitas camunorum” dei latini ed il bellissimo museo archeologico contenente numerosi reperti tra cui una bella statua di Minerva.
Il successivo medioevo lascia tracce sfuggenti, ma altrettanto importanti nei borghi suggestivi sparsi nella valle come ad esempio Biennio o nei castelli come quelli di Breno a Cimbergo, Lozio e Gorzone.
Tra le migliori testimonianze di questo incredibile periodo spiccano anche edifici religiosi come la pieve di San Siro e il monastero di San Salvatore, entrambi a Capo di Ponte.
Ma il medioevo riaffiora in decine di fabbricati e numerose torri a testimoniare l’ardimento e la combattività del tempo.
La fine del medioevo segnò un periodo più tranquillo nel quale un fiorire di pievi e di costruzioni si abbellisce di capolavori pittorici.
La Valle Camonica ospita gioielli di rara bellezza dipinti per mano di due maestri dalla fine del quattrocento agli inizi del cinquecento Giovanni Pietro da Cemmo e soprattutto Girolamo Romanino.
Il primo affresca la chiesa dell’Annunciata a Piancogno che dipinge l’interno della chiesa di Santa Maria Assunta ad Esine, il secondo lo si ritrova ad affrescare le chiese di Santa Maria Assunta a Bienno e di Sant Antonio Abate a Breno, ma il vero capolavoro del Romanino e della pittura cinquecentesca lombarda si trova a Pisogne nella chiesa di Santa Maria della Neve, un ciclo di affreschi straordinario, unico … da togliere il fiato.
La Valle Camonica è soprattutto terra di boschi e di legno, a partire dal sedicesimo secolo infatti l’arte dello scolpire il legno in valle ha prodotto autentici capolavori.
A dominare la scena sono nel diciassettesimo secolo la famiglia Ramos di Edolo dalla quale spicca l’arte di Pietro Ramos.
Le sue opere insigni si possono trovare sparse tra le chiese del territorio, la bottega del Ramos sfornò negli anni successivi artisti eccezionali come i Fantoni e soprattutto il Simoni autore delle sculture lignee più interessanti, quelle della via crucis di Cerveno.
La maggior parte di queste realizzazioni testimoniano il grande fervore religioso e la fede delle genti della Valle Camonica, fede, che in valle, è rappresentata da una folta schiera di santi e beati dei quale si possono ripercorrere le tracce se si è alla ricerca di spiritualità e pace interiore.Il beato Innocenzo da Berzo, i santi Costanza e Dovizio, santa Geltrude Comensoli, la beata Cocchetti, sono soltanto alcune delle molte figure di rilievo intorno alle quali sono nati i luoghi di spiritualità, di riflessione e di fede.
Il convento dell’Annunciata a Piancogno, legato alla figura del beato Innocenzo da Berzo, la casa natale di Geltrude Comensoli, gestita dalle sorelle dell’ordine da lei fondato che si trova nel bellissimo borgo di Bienno e il convento delle suore dorotee di Cemmo di Capo Di Ponte, fondata dalla beata Cocchetti, attivo nel campo dell’educazione e della cultura.
A testimonianza di un sentimento diffuso e partecipato i santuari, gli eremi e i monasteri sparsi per la valle, baluardi di fede e fucine di santi.
Coltivare la memoria di ciò che fu e tener vive le radici profonde che legano gli uomini a questa valle a dispetto del tempo che scorre è una passione viva.
L’enorme patrimonio artistico storico ed umano è custodito con cura grazie al sistema dei musei di Valle Camonica composto da 10 musei.
Tra questi in prima linea i musei etnografici come il piccolo ma suggestivo museo “L Zuf” di Vione o il museo etnografico “Ossimo Ieri” che raccolgono le testimonianze della semplice e dura vita dei campi e dell’arte di coltivare l’aspra terra di montagna.
Alla vita agreste, nel silenzio delle vette, si contrappone il rumore delle fucine dove si lavora il ferro, altra grande risorsa naturale della valle.
Due musei ripercorrono l’epopea di questo materiale attraverso la conservazione la ricostruzione di antiche fucine, stiamo parlando del museo “Le Fudine” di Malegno e della fucina museo di Bienno, vera e propria capitale dei magli.
A legare le attività agricole e le fucine è l’acqua, il motore dell’economia camuna della notte dei tempi ad oggi.
E’ proprio per celebrare la forza generatrice dell’acqua che in una vecchia centrale idroelettrica è stato allestito a Cedegolo, il Musil, il museo dell’industria idroelettrica dove è possibile ripercorrere il cammino che porta l’acqua trasformarsi in energia, un’energia pulita e rinnovabile per eccellenza.
Il quadro si completa con lo splendido museo della Guerra Bianca a Temù dove si celebra il sacrificio di centinaia di alpini impegnati a combattere sul fronte più alto d’Europa durante la grande guerra, un viaggio struggente tra ardimento e tenacia contro il nemico e la natura.
Infine la casa museo di Camillo Golgi, illustre scienziato camuno, a Corteno, in alta valle, che celebra la vita di colui che per primo dette l’onore di un premio nobel all’Italia, un altro primato di questa terra sorprendente.
Non solo UOMO è la Valle Camonica, in questa terra la natura la fa da padrona, la sua vocazione naturalistica si evidenzia da un importante serie di parchi e riserve, foreste e aree protette che ne fanno una vera e propria oasi.
Basti citare il Parco dello Stelvio, posto a nord della valle, il Parco Regionale dell’Adamello, il più esteso parco con i suoi 510 chilometri quadrati, le splendide riserve regionali delle valli di sant’Antonio,la riserva naturale dei boschi del Giovetto e numerose foreste facenti parte del sistema delle foreste regionale di Lombardia, inoltre il Parco sovracomunale del lago Moro.
I queste oasi si possono ammirare gli splendidi paesaggi naturali segnati da boschi di abeti, faggi, castagneti centenari e da bellissimi prati e pascoli dove la varietà di fiori compone una meravigliosa tavolozza naturale, fattanon solo di sensazioni visive, ma anche di profumi e suoni.
Questi ambienti sono il regno degli animali; cervi, caprioli, marmotte e se siete fortunati anche stambecchi e camosci, oltre ad una grande varietà di uccelli.
I numerosi sentieri e le vie impervie delle vette accompagnano il turista alla scoperta di scorci magici dove la forza e la bellezza selvaggia della natura appaga, conforta e rigenera.
Per i più dinamici tutta questa natura signifa anche sport da vivere tutto l’anno.
La Valle Camonica è una delle regine dei divertimenti invernali grazie alle aree di Monte Campione a Borno e al al comprensorio di Ponte di Legno – Tonale che offre l’opportunità di praticare lo sci alpino in centinaia di chilometri di piste, dai 1.100 fino ai 3.000 metri del Ghiacciaio Presena.
Allo sci alpino si affiancano anche piste adatte per la pratica dello snowboard, piste di fondo e la possibilitá di provare anche altri sport sulla neve come lo sci alpinismo, le camminate con le racchette da neve, le arrampicate su pareti di ghiaccio e molto altro ancora, il tutto nella cornice naturale delle montagne.
Durante la bella stagione questi territori offrono occasioni di sport che vanno oltre le tranquille passeggiate, ai piedi dell’Adamello infatti si inerpicano sentieri suggestivi e impegnativi adatti alla pratica del trekking.
Il ghiacciaio dell’Adamello infine offre l’opportunità, adeguatamente accompagnati dalle esperte guide alpine, di arrivare alla sommità della valle e di godere di un panorama unico.
Per gli amanti delle biciclette la Valle Camonica apre le proprie porte con itinerari adatti a tutte le gambe, dai più impervi e mitici, come la strada per il Mortirolo, il Gavia, il Tonale, famosi in tutto il mondo per ospitare le tappe più dure e leggendarie del Giro d’Italia, fino alla bellissima pista ciclabile che da Pisogne arriva fino Capo di Pone, attraversando campi e costeggiando il percorso del fiume Oglio.
Dopo tutto questo sport è indispensabile ritrovare un po’ di benessere e relax che si può cercare in luoghi come le terme e SPA, in Valle Camonica infatti sono frequentate quelle di Angolo e quelle di Boario di cui il parco secolare è il fiore all’occhiello, ma pure le sue acque rinomate in tutto il mondo.
Se la storia, la natura, lo svago e il divertimento fanno della Val Camonica una terra tutta da scoprire, le avventure continuano a tavola a partire dai formaggi saggio della maestria e della tradizione camuna, la rosa camuna, il silter, le formaggelle come la casata di Corteno Golgi, quella della Val Saviore sono alcuni dei più rinomati ai quali si aggiunge il raro e prezioso fagiolin presidio slow food fatto con latte di capra bionda dell’Adamello.
Un fiore all’occhiello e un vanto per tutta la zona sono anche i salumi, il salame camuno occupa uno spazio di primo piano nella cucina ed è da sempre simbolo di genuinità e convivialità.
Tra i prodotti trasformati si sta riscoprendo anche il vino di Valle Camonica, certificato I.G.T., che ne attesta la bontà e la qualità produttiva.
Etichette importanti si trovano su tutto il territorio e sugli scaffali delle enoteche, degno accompagnamento dei piatti più saporiti.
Se ottimi sono i prodotti trasformati, ottima è la materia prima, la Valle Camonica infatti significa anche miele, frutta, frutti rossi, ortaggi e soprattutto castagne.
Tutta questa ricchezza viene degnamente festeggiata nelle decine di sagre paesane e nelle manifestazioni enogastronomiche che accompagnano il turista tutto l’anno e possono essere degustati negli agriturismi ristoranti sparsi sull’intero territorio.
Questi sono i segni distintivi di una terra meravigliosa, tutta da scoprire.

Vi aspettiamo in Valle Camonica … la valle dei segni.

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BENVENUTI IN FRANCIACORTA

BENVENUTI IN FRANCIACORTA

BENVENUTI IN FRANCIACORTA

  • La Franciacorta è uno splendido angolo di terra lombarda, a due passi da Milano e dall’Europa.

Le sue origini millenarie vengono scandite dalla natura stessa che ha creato un paesaggio capace di stupire per la sua varietà, per i
suoi colori e per il suo tesoro più prezioso: il vino.
La sua storia, invece, viene rappresentata dalle opere dell’Uomo che nel corso dei secoli sono diventate un vero patrimonio culturale.

  • La Franciacorta: perfetta sintesi della natura, luogo unico al mondo

Stretta tra le sponde del lago d’Iseo e del fiume Oglio, delimitata dalle Alpi Retiche e dal Monte Orfano la Franciacorta è una realtà unica al mondo, che coniuga vigneti e borghi medioevali, capaci di mantenere ancora tutto il fascino di un tempo antico.

L’eccellenza di questi luoghi è la sintesi tra la conformazione del suolo, le correnti temperate del lago d’Iseo e le escursioni termiche tra il giorno e la notte portate dalle brezze che spirano dalla Val Camonica.

Queste peculiarità diventano ancora più evidenti sulle pendici del Monte Orfano, una delle sette zone per la produzione del Franciacorta.

Qui l’origine del suolo è diversa e più antica rispetto alla quasi totalità del territorio franciacortino, infatti, è dovuta a sollevamento tettonico derivato dal corrugarsi della crosta terrestre.
Il fondale marino, sollevandosi, ha portato con sè residui organici che si sono calcificati e cementati formando il congolomerato tipico di questa zona.

Il nome Franciacorta affonda le sue radici nel Medioevo, quando queste terre furono affidate a piccole comunità di monaci  benedettini, esentate (francae) da tasse (curtes), affinché fossero bonificate e coltivate.
Qui nasce il primo vino cosiddetto mordace, già nel XIII secolo, quattrocento anni prima che in Champagne.

Terra di abbazie e di priorati, questa zona conosce il suo primo grande sviluppo nella produzione vinicola nella seconda metà dell’800, quando lo storico Gabriele Rosa poteva definirla terra di “eccellentissimi vini neri e bianchi”.

  • Scegliere i percorsi dedicati alle cantine della Franciacorta non significa solo scoprire un vino.

Ogni cantina racconta la storia delle famiglie franciacortine che hanno voluto con tenacia e determinazione dare seguito alle tradizioni e continuare la produzione del Franciacorta, oggi vino a denominazione di origine controllata e garantita (DOCG), famoso in tutto il mondo.
Abbiamo la possibilità di organizzare itinerari personalizzati dedicati alla visita delle cantine, alla scoperta del territorio con i suoi borghi medievali e le sue antiche dimore, le sue abbazie e i suoi monasteri, il lago d’Iseo.

COME ARRIVARE IN FRANCIACORTA

In treno:
• FS Milano-Venezia
• FS Milano-Bergamo-Brescia
• TRENORD Brescia-Rovato-Iseo-Edolo

In auto:
• Provinciale 510 Brescia-Iseo
• Statale 11 Brescia-Palazzolo sull’Oglio
• Autostrada A4 MI-VE: uscite Palazzolo, Rovato, Ospitaletto

In aereo:
• Aeroporto di Bergamo-Orio al Serio (km 38)
• Aeroporto di Brescia-Montichiari-Gabriele D’Annunzio (km 35)
• Aeroporto di Verona-Villafranca-Catullo (km 75)
• Aeroporto di Milano-Linate (km 80)
• Aeroporto di Milano-Malpensa (km 110)

info: Strada del Franciacorta – Via Verdi, 53 – 25030 Erbusco (Bs) – Italia
Tel. 0307760870 [email protected]

    Disponibili le applicazioni per smatphone

    Tra itinerari, consigli utili e le novità segnalate direttamente dal Consorzio per la Tutela del Franciacorta e l’associazione Strada del Franciacorta, scopri l’applicazione che ti farà appassionare a questo sublime vino.

    Per i cultori del vino, per chi vive il territorio

    ● Per restare sempre informato sulle Novità del Consorzio Franciacorta.
    ● Uno strumento utile per chi vuole organizzare gite fuori porta.
    ● Per chi vuole consigli utili sulle Località della Zona
    ● Per tutti coloro che vogliono respirare storia e metodologia di lavorazione di quest’uva

    ー Caratteristiche principali ー

    ● Una lista di facile visualizzazione di Cantine, Ristoranti, Luoghi di Culto e monumenti artistici.
    ● Include le ultime news inerenti agli eventi organizzati in Franciacorta
    ● Include vari itinerari da percorrere: a piedi o in bicicletta.
    ● Video e Immagini di tutti gli splendidi luoghi che caratterizzano il paesaggio

    Disponibile su App Store
    https://itunes.apple.com/it/app/franciacorta/id441208456?mt=8

    Disponibile su Google Play
    https://play.google.com/store/apps/details?id=net.franciacorta.android

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    SUL TRENO BLU AL LAGO D’ISEO

    SUL TRENO BLU AL LAGO D’ISEO

    SUL TRENO BLU AL LAGO D’ISEO

    La linea ferroviaria attraversa il tratto più bello e spettacolare, dal punto di vista ambientale, giungendo su un terrapieno che si affaccia come una terrazza sulla grande ansa del fiume dominato dal borgo trecentesco di Caleppio.

    Al termine di un’ampia curva a destra prima di giungere nella stazione di Paratico-Sarnico si intravede sulla sponda opposta del fiume la pittoresca frazione di Fosio.
    La doppia denominazione Paratico-Sarnico deriva dalla contiguità dei due comuni che, uniti da un ponte di un centinaio di metri, sorgono al termine del lago dove questo torna ad essere fiume.

    Tra alterne vicende i treni merci e passeggeri continuarono a transitare su questa linea fino al 1966 quando, complice l’esplosione del trasporto su gomma, e la volontà di tagliare i cosiddetti rami secchi, il servizio viaggiatori venne sospeso.
    Siamo così al 1991 quando alcuni appassionati riuscirono, non senza difficoltà, ad organizzare un treno a vapore Bergamo-Palazzolo-Paratico con la locomotiva gruppo 940 0 22, del deposito di Verona, trainante alcune carrozze d’epoca.
    In questa occasione fece la sua prima apparizione il neonato comitato per il ripristino della ferrovia Palazzolo-Paratico-Sarnico
    che sul piazzale antistante la stazione raccoglieva firme per richiedere la riapertura della tratta almeno nei giorni festivi.

    Il 3 luglio 1994 iniziò ufficialmente, con una automotrice gruppo ALN 678, il servizio festivo sulla linea Palazzolo-Paratico-Sarnico con lo slogan “Al Lago in Treno”.
    E’ un successo decretato dal positivo riscontro dei tanti viaggiatori che durante l’estate hanno riscoperto questo piacevole mezzo per recarsi al lago d’Iseo.
    Nel 1998 prende il nome definitivo di TRENO BLU.

     

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    L’ENGADINA E L’ALTA VALTELLINA

    L’ENGADINA E L’ALTA VALTELLINA

    L’ENGADINA E L’ALTA VALTELLINA

    Colico – Chiavenna – Saint Moritz – Passo del Bernina – Livigno – Bormio – (160 km)

    Itinerario di alta montagna, di eccezionale interesse paesistico in uno scenario di verdi vallate, placidi laghi alpini, grandiosi gruppi montuosi di rocce e ghiacciai, attraverso notissimi passi e celebrate stazioni di soggiorno.

    Da Chiavenna si risale la val Bregaglia incisa tra alte fiancate, verdeggiante in basso e dopo la dogana di Castasegna, da dove si entra in Svizzera, con caratteri via via sempre alpestri.
    Stretti tornanti tra le conifere portano al passo Maloja a 1.815 metri si altitudine, dal quale ci si affaccia al luminoso quadro dell‘alta Engadina col vivo contrasto cromatico dei prati e dei fitti boschi di conifere, dei laghi, del fondovalle e delle imponenti cime ghiacciate del gruppo del Bernina.
    Toccata Silvaplana e attraversata St. Moritz, si scende a Celerina, ove si lascia la valle dell’Inn, per risalire quella del Bernina, da Pontresina al passo del Bernina a 2.323 metri, con viste sempre grandiose sul massiccio.

    Discese le prime rampe dell’alta val Poschiavina, si lascia la strada per Tirano rientrando in territorio italiano alla Forcola di Livigno a 2.323 metri; qui si apre la lunga e regolare valle dello Spol, a verdi pascoli, tutta punteggiata dalle case di Livigno e occupata all’estremità da un vasto lago artificiale. Una strada s’inerpica sul fianco orientale della valle, portando al passo d’Eira a 2.208 metri, poi, al passo di Foscagno a 2.291 metri, dove si trova il controllo doganale (Livigno è zona franca).
    Discesa con belle vedute nella boscosa val Viola dominata dall’alta Cima de’ Piazzi, fino a Bormio, coronato dalla dirupata Cresta di Rcit.

    • Cosa c’è da vedere?

    A Chiavenna la chiesa di S. Lorenzo, con il battistero e il tesoro.
    Una curiosità del territorio di Chiavenna sono i crotti, caviti: naturali in cui circolano soffìoni d’aria (detti sorel), provenienti da spaccature della roccia. Essendo ventilati e a temperatura costante, sono adibiti a cantine per la stagionatura del vino e dei salumi.
    A nord dell’altura del Paradiso si trova una profonda trincea denominata Caurga, ricavata da un’antica cava romana; sulla parete è inciso il nome “Salvius”, forse del proprietario.

    Alle prime rampe della salita al Maloja un sentiero (segnalato) porta alla gola e alla cascata dell’Orlegna.
    Dal passo un belvedere permette di dominare la val Bregaglia.

    Dopo una sosta ai bordi dei romantici laghi di Sils e di Silvaplana, si consiglia di salire in funivia al Corvatsch a quota 3.303, tra i ghiacciai, con un grandioso panorama sulle Alpi engadinesi.

    A St. Moritz si può oziare lungo le eleganti vie del centro passando in rassegna le ricche vetrine, o scendere al lago (con maggior tempo a disposizione, visitare i musei Engadinese e Segantini).
    La salita in funicolare a Corviglia (m. 2.005) offre il panorama della verde conca; raggiungendo in funivia il soprastante Piz Nair (m. 3.057) si hanno viste simili a quelle dal Corvatsch.

    Lungo la strada del Bernina è d’obbligo una sosta per raggiungere in funivia la Diavolezza (m. 2.973), che offre un’indimenticabile visione del ghiacciaio del Morteratsch, del Bernina e del Pizzo Palù.
    Uno splendido colpo d’occhio sul poderoso gruppo si ha anche dalla poco lontana funivia del Piz Lagalb (m. 2959); sullo stesso rnonte, interessante anche l’Alpinarium, parco per animali selvatici, che si possono osservare da apposite gallerie.
    Poco oltre il passo d’Eira una breve seggiovia sale al monte Sponda, da cui si domina la lunga valle di Livigno.

    A Bormio sono di grande interesse il vecchio borgo, tra la chiesetta di S. Vitale e la Collegiata, e, al di là del Frodolfo, la contrada Combo.
    Il palazzo De Simoni raccoglie documentazioni storico-artistiche e folcloristiche locali.
    Bel punto panoramico sulla conca e sull’alta Valtellina è il pianoro di Bormio 2000 (strada e funivia) e ancora migliore la Punta Bianca con la sua moderna funivia che sale fino a 3.012 metri da dove si può ammirare l’esteso panorama esteso dall’Ortles al Cevedale.
    Un bagno nella nuova piscina termale può essere di sollievo alle fatiche del viaggio, piuttosto impegnativo.

    • Curiosità

    A St. Moritz e a Pontresina si possono trovare torte e dolci engadinesi, costumi locali e articoli di legno lavorati, fiori secchi, pizzi di S. Gallo.
    Livigno, zona extradoganale, è la mecca per chi vuole acquistare a buon prezzo articoli di ogni genere; per contro, la dogana di Foscagno è una delle più “difficili” d’Italia.
    A Bormio si trova la bresaola, formaggi e vini valtellinesi  e tutti i tipici prodotti dell’artigianato della valle: rame, ferri battuti e caratteristici lavori in pietra ollare.

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    IL LAGO DI LIVIGNO È NAVIGABILE

    IL LAGO DI LIVIGNO È NAVIGABILE

    IL LAGO DI LIVIGNO È NAVIGABILE

    Per tutti gli appassionati di sport acquatici e amanti della montagna possono vedere realizzato il sogno di unire le loro passioni in un unico luogo.

    Il Lago di Livigno, è navigabile per imbarcazioni non a motore fino a 6 metri di lunghezza e 1,5 mentri di pescaggio; kayak, al kitesurf, al SUP, al windsurf, al canottaggio e alla barca a temi.

    Il tema dell’acqua si aggiunge all’offerta turistica estiva di Livigno aggiungendo un tassello importante per una perfette vacanza tra le Alpi.

    E se proprio non avete idea di dove alloggiare l’Hotel Lac Salin SPA & Mountain Resort è una delle vostre possibili scelte.

    L’hotel, non solo propone diverse offerte come “Lungolivigno Summer Special” con 7 notti al prezzo di 6 e 4 notti al prezzo di 3 se si soggiorna durante la settimana (l’offerta non è valida  durante le due settimane centrali di agosto) e dal 18 luglio al 18 agosto la proposta inerente al mese dell’Ayurveda, ma anche escursioni quotidiane in compagnia di una guida, supporto tecnico per chi desidera organizzare il proprio trekking in autonomia e offre un servizio di noleggio dell’attrezzatura.
    Per maggiori informazioni:  www.lungolivigno.com

    Se dopo tanti sport acquatici ti è venuta voglia di avere i piedi ben piantati a terra?
    Bene, le stesse cime che si specchiano nell’acqua possono diventare lo scenario di fantastici trekking.

    Dal lago di Livigno si può infatti partire alla scoperta delle sorgenti dell’Adda.
    sorgenti delladdaIl cammino porta lungo un bellissimo sentiero attraverso la val Alpisella.
    Un itinerario poco impegnativo e alla portata di tutti, mentre chi vuole faticare un po’ di più non deve perdersi l’ascesa alla Cima Fopel.

    Il lago è navigabile ma non balneabile a causa della bassa temperatura dell’acqua e sorvegliato da un servizio di sicurezza. Sul luogo c’è un servizio di noleggio barche e strutture attrezzate con kayak e barche a remi da due, tre e quattro posti. Gli orari di apertura vanno dalle ore 10 alle ore 18 (chiusura in caso di pioggia).
    Infine l’accesso al lago per qualsiasi imbarcazione privata è consentito esclusivamente dal pontile e/o molo/ banchina appositamente predisposti e situati nell’area in riva antistante il punto INFO Lago, previo rilascio di un ticket emesso dal gestore noleggio imbarcazioni oppure attraverso registrazione sul sito: www.livigno.eu e sul quale verrà apposto obbligatoriamente l’orario di ingresso (check in) e l’orario di uscita previsto (check out). Il ticket è a pagamento e a tariffa unica con il prezzo di Euro 3,00. Nel prezzo sono compresi i servizi di informazione, spogliatoi e docce.

    Una novità per rendere l’estate tra le Alpi ancora più piacevole

    Non ti resta che preparate il windsurf, il kajak o l’attrezzatura per il kytesurf per lasciarti cullare dalle onde di uno dei laghi più belli d’Italia.

    Per maggiori informazioni:  http://www.livigno.eu/it/

    fonte TGCOM24

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    LA MINIERA DI SCHILPARIO

    LA MINIERA DI SCHILPARIO

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    Costituita nel 1997, con lo scopo di rivalutare e trasmettere alle future generazioni la storia e la cultura mineraria della Val di Scalve, la Cooperativa SKI MINE di Schilpario ha realizzato vari percorsi all’interno del sotterraneo delle miniere di Schilpario.

    Questi percorsi, inseriti nell’ambito del “Parco Minerario ing. A. BONICELLI”, sono attrezzati con illuminazione elettrica, documentazione fotografica d’epoca, oggetti e utensili usati nella miniera, ferrovia originale con vagonetti e trenini per il transito dei visitatori. Giovani guide che hanno frequentato un apposito corso di formazione, e vecchi minatori, accompagnano e rendono edotti i visitatori. I percorsi che si snodano per circa 4 chilometri, dei 60 esistenti nel complesso
    minerario di Schilpario, sono itinerari reali da cui emerge la cruda realtà che riporta alla fatica di questo duro lavoro di cui diverse generazioni furono protagoniste. L’iniziativa attuata dalla SKI MINE, vuole essere una novità per proporre un turismo particolare improntato sull’ambiente, sulla cultura e per testimoniare l’identità di appartenenza ai futuri abitatori e visitatori di questa splendida valle.

    VAL DI SCALVE, un ambiente prealpino di incantevole bellezza, in cui l’uomo ha perpetuato per secoli la tradizione mineraria improntando la propria storia, cultura ed economia.

    La Val di Scalve, fu di fatto sino agli ’70 del secolo scorso, una terra a vocazione mineraria a causa dei suoi giacimenti di minerali che la resero celebre e contesa.

    Antecedentemente al 1600, l’escavazione del minerale nelle miniere scalvine, avveniva con metodi arcaici ed empirici. In seguito fu introdotta in valle, che in quei tempi era sotto il dominio della Serenissima Repubblica di Venezia, la polvere nera o da mina. L’uso di questo esplosivo incrementò notevolmente la quantita di miniere.

    La Serenissima istituì nel 1488 la prima legge mineraria che con i decreti successivi fu da guida nella conduzione delle miniere sino al 1796. La vena del minerale era individuata negli affioramenti che generalmente erano posti a oltre 2000 metri di quota. Qui il minerale era in vista e lo si scavava scendendo nel cuore della montagna. Gli accessi angusti scavati con economia, erano chiamati “bocche”, da li, i “purtì” scendevano sino all’interno della miniera dove il minerale precedentemente scavato e scelto veniva caricato dentro le caratteristiche gerle.

    I “purtì”, ragazzi dagli 11 ai 15 anni, salivano con il prezioso carico percorrendo il cunicolo che portava all’uscita rischiarando il cammino con la lampada ad olio. Una ciotola in terracotta posta all’interno della miniera, serviva per contare le salite, ognuno poneva nella propria ciotola un piccolo sasso per fare la conta.

    Nel 1936 le grandi società siderurgiche (FALCK, BREDA, FERROMIN) rilevarono le concessioni minerarie che sino ad allora erano di consorzi locali, introducendo moderni macchinari ad aria compressa, ferrovie e pale meccaniche.

    Vi fu in effetti una rivoluzione che intensificò la produzione mineraria, i processi di escavazione e di arricchimento del minerale, ed anche i minatori iniziarono a recepire i primi salari.

    L’attivita di fusione del minerale, prodotta con carbone di legna, avveniva nei forni fusori. Questa lavorazione iniziata molti secoli addietro si perfezionò nel tempo e durò sino alla primavera del 1953. Negli anni successivi, l’attivita mineraria fu solo di estrazione e nella primavera del 1972 anche questa cessò definitivamente per non essere piu riavviata. In seguito anche le miniere di barite del Giovetto e quelle di fluorite della Presolana chiusero. Si concluse cosi un’epoca e una tradizione economico mineraria in Val di Scalve.

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    THIS … IS FRANCIACORTA

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    Franciacorta is a splendid region of Lombardy, a stone’s throw from Brescia and within easy reach of the rest of Europe.
    Nature has over thousands of years sculpted this ancient land, creating a breathtakingly varied landscape awash with colour, that yields its most prized treasure, the wine.
    Yet its history has been moulded by man, who has toiled for centuries to create an impressive cultural heritage.
    The Associazione Strada del Franciacorta was set up to promote and preserve this heritage.

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